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“Ho messo paura a Djokovic”: Berrettini onorato dalle urla di Nole al Roland Garros

L’esasperato urlo di Novak Djokovic al termine del match dei quarti di finale del Roland Garros 2021 ha inorgoglito il suo avversario Matteo Berrettini che considera lo sfogo del numero uno del mondo come una medaglia da appuntare al petto: “Mi ha fatto piacere. Significa che gli ho messo paura”
A cura di Michele Mazzeo
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Gli atteggiamenti di Novak Djokovic nel corso e al termine del match dei quarti di finale del Roland Garros 2021vinto in quattro set contro Matteo Berrettini hanno sollevato un gran polverone. Il tennista serbo numero uno della classifica ATP durante l'incontro con l'italiano ha prima sputato in direzione di un segno lasciato dalla pallina, lasciandosi poi andare andare alla frustrazione con calci ad un tabellone e urla esasperate, ma la cosa che più di tutte ha suscitato indignazione è stata la plateale ed esagerata esultanza finale in uno stadio completamente vuoto con un grido prolungato e l'espressione spiritata. Non è stato così però per il suo avversario che ha preso quello sfogo del numero uno al mondo come una medaglia da mettere al metto.

Nel corso della conferenza stampa post match, Nole Djokovic aveva infatti spiegato che quell'esultanza apparsa fuori luogo era in realtà soltanto un modo per liberarsi dalla grande tensione accumulata durante il match, sottolinenando che giocare contro Berrettini e il suo grande servizio è molto stressante. Parole che hanno inorgoglito il tennista azzurro che, seppur sorpreso dalla reazione del serbo, ha accolto con grande piacere il fatto di esser riuscito a mettere paura al numero uno del mondo nei quarti di finale del Roland Garros:

"Sinceramente, non mi aspettavo che Djokovic desse di matto – ha detto infatti il tennista romano in un'intervista rilasciata al Corriere della Sera –. Comunque mi ha fatto piacere. Significa che ha sentito paura. E sono stato io a mettergliela addosso – ha poi proseguito Berrettini –. Si era reso conto che stava rischiando grosso. Urlando così si è liberato dalla tensione. Il fatto che non ci fosse pubblico e si giocasse nel silenzio – ha infine concluso – ha amplificato l’effetto".

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