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Gli idoli di Sinner: “Papà usciva presto e tornava tardi, mamma preparava le stanze. Ma sempre felici”

Jannik Sinner ha parlato ancora una volta di quanto sono stati importanti i suoi genitori e dei valori che gli hanno trasmesso, nonostante i sacrifici.
A cura di Marco Beltrami
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Quali sono gli idoli sportivi e le fonti d'ispirazione di Jannik Sinner? Una domanda a cui il numero uno del mondo ha risposto immediatamente: papà Hanspeter e mamma Siglinde. A 13 anni quel ragazzino inconfondibile per la sua zazzera rossa e un talento innato per lo sport, è andato via di casa per inseguire il sogno, poi realizzato, di giocare a tennis ad altissimi livelli. Non ha mai dimenticato però quello che i genitori gli hanno insegnato, comportamenti e valori che Jannik ha fatto suoi.

Perché Sinner non ha mai perso l'umiltà, l'esempio dei genitori

Nello speciale di Sky, "4 amici ai box", Sinner ha parlato di tante cose. Ancora una volta l'azzurro si è raccontato, guardandosi anche indietro: "Sono una persona molto semplice. Ho sempre cercato di trasmettere il valore che mi hanno dato i miei genitori verso altra gente. Credo che sono forte in quello che faccio, cioè il tennista, ma non sono una persona che cambia il mondo. Quindi è inutile non essere umili. L'umiltà credo che sia molto importante perché vengo da una famiglia normalissima, da un paesino con duemila persone".

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Il papà Hanspeter è l'idolo di Sinner

Ecco perché quando si parla di modelli, il pensiero va immediatamente ai suoi genitori. In primis il papà, che ha fatto tanti sacrifici, sempre con il sorriso sulle labbra: "Punti di riferimento? Per me è sempre stato, e lo è ancora, il mio papà perché lavorava tantissimo. Andava via il mattino e tornava dopo di me a casa. Però arrivava ed era sempre felice di essere con la famiglia o di giocare a tennis con me, nonostante dopo 10 ore di lavoro capisco che puoi non avere voglia. Ma lo faceva per amore. Per me è sempre stato il mio riferimento". 

I sacrifici di mamma Siglinde

Anche mamma Siglinde non è stata mai da meno, sempre amorevole e attenta nei confronti del piccolo Jannik: "Mia mamma uguale. Tornava a casa e doveva mettere a posto gli appartamenti (gestiva una casa vacanze, ndr) e poi casa nostra. C'era tanto amore ma non ti accorgevi mai che per loro era stata una brutta giornata, li vedevi sempre felici. Poi magari avevano zero voglia di andare a lavorare, ma mi davano tanta energia positiva. Certo, mi piacerebbe conoscere Cristiano Ronaldo, LeBron James e tanti altri sportivi, ma una parte molto importante me l'hanno data i miei genitori".

Una figura importante per la carriera di Sinner è stata senza dubbio quella del manager e amico Alex Vittur, che lo accompagna da sempre nelle sue scelte, sopperendo anche alla scarsa esperienza tennistica dei genitori. Un mix perfetto per permettere a Jannik di crescere nel migliore dei modi: "Ho avuto la fortuna di incontrare a 13 anni una persona molto importante che è Alex e questa è stata la mia fortuna perché i miei genitori mi hanno detto ‘noi di tennis non ne capiamo nulla' e quindi ci fidiamo di Alex. Con lui ho fatto tutte le mie scelte. All'inizio le ha fatte un po' più lui perché io avendo tredici anni non sapevo nemmeno cosa fosse le racchetta quasi, ora mi sento più maturo quindi prendiamo le scelte insieme, ci confrontiamo. Anche i miei genitori qualche volte mi hanno detto ‘dai, prova a fare questo, prova a fare quello', però quello che mi hanno detto è ‘allenati, dai il massimo tutti i giorni e poi vediamo cosa ne esce‘".

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