Fognini urla “frocio” in campo, poi le scuse: “Il caldo dà alla testa, amo la comunità LGBT”
Fabio Fognini non ha perso tempo per scusarsi dopo la brutta figura alle Olimpiadi. Il tennista italiano nel match contro Medvedev si è lasciato andare ad un bruttissimo sfogo contro se stesso, in cui ha usato parole ancor più inaccettabili in considerazione del contesto olimpico. Un episodio figlio della tensione e anche probabilmente del caldo eccessivo, a giudicare da quanto dichiarato poi sui social da Fognini che si è scusato con la comunità LGBT, per quella che ha definito come una sciocchezza.
A mente fredda, e dopo la sconfitta con la testa di serie numero 2 del torneo olimpico di tennis, Fabio Fognini è tornato sul brutto episodio che lo ha visto protagonista. Inevitabili le scuse da parte dell'esperto giocatore ligure, consapevole di aver oltrepassato il limite con un linguaggio offensivo. Cosa è successo? In occasione di un suo errore, su una palla break in apertura del terzo e decisivo set, Fognini si è lamentato così a voce alta del suo modo di giocare: "Sei un frocio, sei un frocio". E dopo aver chiesto in modo perentorio al raccattapalle la pallina ha rincarato la dose: "Sei un frocio perché devi tirarle sopra la rete".
Le sue parole sono rimbombate nel campo deserto e senza spettatori, a causa delle restrizioni anti-Covid e inevitabilmente lo hanno fatto piombare nell'occhio del ciclone. Fognini che spesso e volentieri in carriera si è reso protagonista di comportamenti al limite in campo, ha deciso di usare i social per scusarsi con la comunità LGBT, che si batte per i diritti di lesbiche, gay, bisessuali, transgender, a tutela della diversità e della sessualità libera combattendo ogni forma di sessismo e omofobia.
Queste le parole del numero 1 del team di tennis italiano a Tokyo 2020: "Il caldo dà alla testa! Nel match di oggi ho usato un’espressione davvero stupida verso me stesso. Ovviamente non volevo offendere la sensibilità di nessuno. Amo la comunità LGBT e mi scuso per la sciocchezza che mi è uscita. Ora vado in branda perché a Tokyo è notte, vi abbraccio".