Fils fa peggio di Rublev ma se la cava con un’ammonizione: tremendo sfogo del francese
Figli e figliastri. Quanto accaduto a Rublev, squalificato dal torneo di Dubai per i presunti insulti al giudice di linea in occasione della semifinale contro Bublik, hanno alimentato il dibattito nel mondo del tennis. Anche perché nelle ultime ore, una situazione simile e forse anche più grave non ha avuto le stesse conseguenze. Protagonista Arthur Fils, andato decisamente oltre a Santiago.
In occasione della partita dei quarti di finale persa contro Martinez al Chile Open, il talento transalpino numero 44 del mondo ha perso la testa. Una chiamata non condivisa ha scatenato l'ira funesta di Fils, incontenibile nelle proteste. Il giudice di sedia è stato costretto a chiamare il supervisor e le cose non sono migliorate anzi.
Il giocatore ha iniziato ad inveire prima da seduto e poi in piedi, faccia a faccia contro l'ufficiale, urlando a più riprese. Le sue parole, non sono rimaste inascoltate anche perché pronunciate a ridosso dei microfoni. Insulti e oscenità da parte di Fils che ha detto al Supervisor: "ma sei per caso un fottuto atleta?", assumendo anche un atteggiamento intimidatorio. E nel finale della discussione, con l'uomo in evidente difficoltà, Fils lo ha anche allontanato.
Come è andata a finire? Con un nulla di fatto per il tennista che se l'è cavata solamente con un warning, ovvero un'ammonizione verbale. Nessun provvedimento disciplinare per lui, sconfitto in tre set. E sui social si è scatenato il dibattito sulla disparità di trattamento rispetto a Rublev, con i due episodi valutati in maniera diversa anche alla luce dell'atteggiamento dei protagonisti: più conciliante il supervisor di Santiago, perentorio quello di Dubai.
Forse dunque ha ragione Bublik sulla necessità di stabilire delle regole uniche. E chissà che in futuro non approdi il Var anche nel tennis, oltre al "falco".