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Filippo Volandri sulla squalifica di Sinner: “Non ha colpe, è vittima di un’ingiustizia”

Il capitano della Davis ha espresso il suo parere sull’accordo tra il numero uno al mondo e la Wada per chiudere il caso Clostebol: “Si è appellata a quella stessa responsabilità oggettiva che in futuro ha già annunciato che non processerà. Ha voluto dimostrare che esiste e l’ha fatto nel peggiore dei modi”.
A cura di Maurizio De Santis
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"È un'ingiustizia ma almeno è finita". Le parole di Filippo Volandri sintetizzano bene l'esito del caso Clostebol che Jannik Sinner ha chiuso concordando con la Wada una squalifica di 3 mesi rispetto alla possibilità di presentarsi dinanzi al Tas e far valere le proprie ragioni.

Non è stata una scelta giusta per sé (ha sempre professato la propria innocenza, dicendosi pronto a dimostrarla nelle sedi competenti) ma saggia alla luce di una considerazione in particolare: non avere alcuna certezza di assoluzione, nemmeno al netto degli ottimi argomenti difensivi a disposizione per rigettare la contestazione della "responsabilità oggettiva" mossagli dall'Agenzia mondiale anti-doping. Ecco perché ha detto sì a quell'intesa obtorto collo: è il male minore, tenendo conto anche del peso e dei risvolti economici vincolati al periodo di assenza soprattutto in seguito a una sospensione più lunga.

L'alto-atesino non ha imbrogliato, né ha ricavato un beneficio dalla esposizione involontaria alla sostanza proibita ma per la Wada deve pagare perché è lui a rispondere per le azioni dei suoi collaboratori (il riferimento è a quelli licenziati dopo il pasticcio della contaminazione).

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"La Wada si è appellata a quella stessa responsabilità oggettiva che in futuro ha già annunciato che non processerà. L'unica cosa positiva – ha aggiunto il capitano della Davis (nella foto sopra) a Super Tennis – è che questo periodo complicato è alle spalle. Jannik è andato in campo per quasi un anno con questo macigno addosso e ha dimostrato quanto abbia le spalle larghe. Lo riabbracceremo agli Internazionali d'Italia".

Reduce dalla vittoria bis degli Australian Open, il numero uno al mondo non potrà giocare fino al prossimo 4 maggio, tornerà ad allenamenti ufficiali solo a partire dal 13 aprile come previsto dal Codice mondiale anti-doping e indicato nell'articolo 10.14.2. Cosa può fare nei prossimi 3 mesi? In buona sostanza, se vorrà tenersi in forma e provare a non perdere il ritmo dovrà farlo privatamente (senza sfruttare strutture affiliate), affittando un campo e trovando uno sparring partner senza infrangere le regole. "Siamo dispiaciuti per tutto quello che è accaduto – ha sottolineato ancora Volandri -. Credo che la Wada dovesse dimostrare che esiste e l'ha fatto nel peggiore dei modi".

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Quanto potrà incidere il periodo di stop sulla condizione di Sinner? Il rischio che Zverev o Alcaraz possano strappargli la vetta nella speciale classifica del ranking Atp è solo un aspetto della vicenda sportiva. Volandri si sofferma su altri dettagli.

"Tre mesi per un tennista sono tantissimi e ancora una volta lui e il suo team dovranno essere bravi a riprogrammare tutto. Ci sarà un periodo di riposo, prima di ricominciare con i carichi di lavoro ma credo che questa preparazione di tre mesi gli possa dare l'opportunità di rigenerarsi sotto tutti i punti di vista per affrontare a tempo pieno la prosecuzione della stagione".

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