Federico Cinà non sarà più Pallino, suo padre spiega: “Non me lo perdonerebbe mai”

Federico Cinà venerdì affronterà Sebastian Korda, numero 24 al mondo, nel secondo turno del torneo ATP 1000 di Madrid, dopo aver battuto all'esordio il tennista di Hong Kong Coleman Wong. Il 18enne di Palermo sta mettendo a frutto le wild card ricevute dagli organizzatori: già a Miami, un altro 1000, aveva superato un turno battendo il numero 67 del ranking Comesana, perdendo poi da Dimitrov. Di strada da fare ne ha ancora tanta il talento azzurro, che è attualmente classificato al numero 373 (salirà a ridosso dei 300 dopo questa vittoria, se anche dovesse perdere con Korda), ma ci sarà un motivo se è diventato il terzo giocatore più giovane di sempre a vincere una partita a Madrid dopo Joao Fonseca e Carlos Alcaraz. Intanto la sua irruzione sui grandi palcoscenici tennistici ha comportato che Federico non sarà più ‘Pallino': un soprannome destinato a sparire.
"Ho giocato solo due grandi tornei finora, ma sto vivendo qualcosa di incredibile – ha detto Cinà dopo la vittoria su Wong – Giocare con tutti i migliori abbassa le aspettative, ma la pressione c'è ed è normale. Cercherò di gestirla anche nei prossimi tornei". Uno dei quali saranno sicuramente gli Internazionali d'Italia a maggio: un'altra wild card è già pronta per lui e lì le pressioni saranno ancora più alte.
I paragoni tra Cinà e Sinner, il padre coach: "Sono terrorizzato"
Qualcuno già inizia a mettere nella stessa frase Federico Cinà e Jannik Sinner, visto che tra i tennisti italiani solo l'attuale numero uno al mondo è stato capace di vincere un match in un Masters 1000 a un'età inferiore rispetto al siciliano: 17 anni e 8 mesi per l'altoatesino (batté Steve Johnson a Roma) contro i 17 anni e 11 mesi di Cinà a Miami.
Un paragone che spaventa il padre di Federico nonché suo allenatore, Francesco, storico coach di Roberta Vinci: "Ognuno ha la sua storia. Federico è di Palermo, non è altoatesino come Jannik, che tutti ammiriamo. Nasce in condizioni diverse e ha una diversa mentalità. Ognuno deve compiere il proprio percorso. Che volete che vi dica, sono terrorizzato dalle comparazioni che sento fare".
Federico è diventato grande: "Non posso mandarlo in campo e poi gridare forza Pallino"
Intanto la crescita del ragazzo ha comportato la ‘perdita' del suo soprannome usato in famiglia fin da piccolo, ovvero ‘Palli' o ‘Pallino', almeno quando è in campo, il che avviene ormai nei tornei più prestigiosi del mondo: "Non posso mandarlo in campo e poi gridare forza Pallino – dice papà Francesco a ‘Tuttosport' – Non me lo perdonerebbe mai…".