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Federer sconsolato: “Non so quando tornerò in campo”, è in dubbio per gli US Open

L’ex numero 1 del mondo dopo il torneo di Wimbledon non ha più giocato, ha rinunciato alle Olimpiadi e ai tornei di Toronto e Cincinnati. Federer spera di giocare gli US Open ma sa benissimo che non sarà semplice: “Vedrò i medici in settimana e con il mio team decideremo cosa fare. Al momento è tutto incerto”.
A cura di Alessio Morra
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I grandi vecchi del tennis al momento ai box. Rafa Nadal dopo essersi cancellato dal torneo di Toronto ha rinunciato al torneo di Cincinnati ed è in dubbio per gli US Open, che potrebbe saltare anche Roger Federer che dopo aver dato forfait per i due tornei 1000 estivi ha lasciato molti dubbi sul suo prosieguo della stagione.

I 40 anni, compiuti domenica scorsa, si fanno sentire. Federer ha provato a rientrare, ce l'ha fatta, con grande fatica, ha giocato pochi tornei, ha dimostrato di essere ancora competitivo ma ha fatto anche enorme fatica con giocatori a cui un tempo avrebbe lasciato le briciole. Ora Roger è fermo e il suo futuro è un grande punto interrogativo. in un'intervista rilasciata a ‘Blick' ha detto che nei prossimi giorni parlando con i medici deciderà cosa fare: "Questa settimana incontrerò i medici e con il mio team decideremo cosa fare. Al momento è tutto incerto. Prima le domande erano semplici. La mia classifica? Il mio prossimo torneo? Quali i miei obiettivi? Come conciliare gli impegni professionali con la famiglia? Oggi, invece, è più complicato ed è tutto completamente diverso rispetto a dieci anni fa".

La speranza di tutti gli appassionati è che Federer ritorni in campo presto, ma non è così scontato, anzi la preoccupazione è grossa e non si può escludere che la stagione 2021 dell'ex numero 1 del mondo si sia chiusa con la sconfitta subita da Hurkacz nei quarti di finale del torneo di Wimbledon. Gli US Open iniziano tra un paio di settimane e pare difficile immaginare che Federer sia in campo dopo un mese senza tornei e con pochissimi allenamenti. Al quotidiano svizzero ha detto che rispetto ai tempi d'oro si ritrova ad apprezzare maggiormente ogni successo: "Ho bisogno di più tempo. Se in precedenza avevo uno stop a causa della schiena durava due giorni e tutto andava di nuovo bene. Oggi, per lo stesso problema, lo stop può essere di due settimane. Sono più paziente e convivo con il dolore. Prima davo per scontate le vittorie, oggi le apprezzo maggiormente perché so bene cosa c'è dietro".

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