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Federer confessa cosa pensava di Djokovic a inizio carriera: “Era a causa dei suoi difetti tecnici”

Roger Federer racconta cosa pensava di Novak Djokovic quando il serbo spuntò come suo avversario nei grandi tornei: “Non gli ho dato il rispetto che meritava”.
A cura di Paolo Fiorenza
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Roger Federer e Novak Djokovic sono separati da poco meno di 6 anni di età: quando il quasi 43enne campione svizzero, ritiratosi nel settembre del 2022, mieteva già successi a ripetizione e faceva innamorare i tifosi per il suo stile inimitabile, all'orizzonte si affacciava il nativo di Belgrado, oggi 37enne e alle prese con parecchi problemi che ne stanno scandendo il finale di carriera. Quei primi passi del serbo non avevano l'aura del predestinato, lo si capisce bene dalle parole pronunciate oggi dallo stesso Federer, che mai avrebbe detto che quel ‘brutto anatroccolo' avrebbe fatto la storia del tennis, vincendo più prove del Grande Slam di lui e Nadal (24 in singolare, contro rispettivamente 20 e 22).

Federer: "Non ho dato a Djokovic il rispetto che meritava"

È schietto King Roger nel documentario che racconta i suoi ultimi giorni da tennista professionista, ‘Twelve Final Days'. Il campione svizzero ammette di non aver dato a Djokovic "il rispetto che meritava" quando spuntò per la prima volta come suo rivale sul palcoscenico dei grandi tornei. Un'opinione che secondo lui era condivisa da gran parte dei tifosi del tennis, che all'epoca vedevano Nole come un "imbucato alle feste", per usare la sua espressione.

Roger Federer piange davanti a Novak Djokovic dopo l'ultimo match della sua carriera alla Laver Cup il 23 settembre 2022
Roger Federer piange davanti a Novak Djokovic dopo l'ultimo match della sua carriera alla Laver Cup il 23 settembre 2022

"Penso che sia stato un po' incompreso – racconta adesso Federer, che poi spiega perché Djokovic appariva grezzo ai suoi occhi di esteta del gioco – L'ho affrontato per la prima volta a Monte Carlo (vittoria dello svizzero 6-3, 2-6, 6-3 nel 2006, ndr) e sono uscito dal campo pensando: ‘Sì, è ok'. Anche se c'era un po' di hype attorno a lui, non ne ero del tutto convinto. Penso di non aver dato a Novak il rispetto che meritava a causa dei suoi difetti tecnici. Mi sembrava che avesse una presa di diritto davvero estrema e il suo rovescio per me non era così fluido come lo è oggi. Ma poi ha risolto molto bene queste cose ed è diventato un incredibile mostro di giocatore".

"I tifosi miei e di Nadal lo consideravano un imbucato alle feste"

Federer  prova a far capire il tipo di ‘accoglienza' che all'epoca Djokovic ebbe dai tifosi suoi e di Nadal: "Immagino che fosse l'imbucato alle feste dei tifosi di Rafa e Roger. C'era molto amore per Rafa e Roger in quel momento, quindi quando arrivò Novak probabilmente molte persone dissero: ‘Guarda, non abbiamo bisogno di un terzo ragazzo. Siamo contenti di Roger e Rafa'. All'inizio ai miei tifosi non piaceva molto perché pensavano semplicemente: ‘Roger è un po' più semplice, lo fa con facilità'. Poi è arrivato Novak con la sua forte personalità e quella grinta incredibile di voler vincere a tutti i costi. Penso che anche Novak sia stato stimolato dal rapporto con i tifosi e che quella concentrazione profonda possa aver spaventato alcune persone".

Federer nella finale del torneo di Monte Carlo il 17 aprile 2006: fu il primo confronto con Djokovic
Federer nella finale del torneo di Monte Carlo il 17 aprile 2006: fu il primo confronto con Djokovic

"Penso che sia stato un po' incompreso. Io guardo oltre i media e alla fine vedo l'uomo che è. Se gli tolgo il gioco, chi è? Quali sono i suoi valori? So che tiene molto profondamente alla sua famiglia", conclude lo svizzero, rendendo omaggio all'uomo Nole.

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