Favola Nagal agli Australian Open: aveva solo 900 euro sul conto, in un giorno ne ha vinti 110 mila
Sumit Nagal è seduto a capo chino, commosso. L'anno scorso era solo un puntino indefinito nel Ranking Atp (oltre la 500ª posizione), oggi da 137° in classifica ha battuto Alexander Bublik (numero 27 al mondo) con il punteggio di 6-4, 6-2, 7-6 e raggiunto per la prima volta in carriera il secondo turno degli Australian Open.
Nessun connazionale ci era mai riuscito dal 1989: 35 anni fa a piazzare la pietra miliare era stato Ramesh Krishnan che pure realizzò una grandissima impresa prevalendo sul campione in carica (e numero 1 di allora) Mats Wilander col punteggio di 6-3, 6-2, 7-6.
È la seconda vittoria nel tabellone principale di uno Slam per Nagal (la prima nel 2020), questa ha un valore speciale. Molto più del successo agli US Open contro l’americano Bradley Klahn e della soddisfazione di aver strappato un set nell'edizione dell'anno precedente (2019) a Roger Federer (4-6, 6-1, 6-2, 6-4).
A suo modo, ha scritto la storia del tennis indiano e internazionale: è il primo del suo Paese a sconfiggere una testa di serie in uno Slam. Una scalata fatta di determinazione, allenamenti e di sacrifici economici personali.
Ma c'è dell'altro che alimenta l'aspetto fiabesco della sua storia, umana e sportiva. Nagal è volato in Oceania a spese proprie perché senza sponsor né il supporto dell'All India Tennis Association che lo ha punito perché s'è rifiutato di giocare la Coppa Davis in Pakistan (non ha voluto andare lì, in quel Paese considerato terrorista). Non essendo riconosciutagli alcuna wild card (la federazione indiana non l'ha nemmeno richiesta), prima di accedere al torneo australiano ha dovuto superare ben tre turni di qualificazione.
Bastano questi dettagli a tracciare i contorni di una vicenda emozionante? No, ne manca ancora uno. Ed è forse il tassello più importante che completa il mosaico della vicenda: tutti i soldi guadagnati finora partecipando ai tornei sono serviti a Nagal per pagare le spese e il sostentamento della propria carriera, al punto da ritrovarsi con appena 900 euro sul conto in banca. In poche ore, in un giorno solo, ne ha incassati 110 mila circa (quanto il premio messo in palio in dollari australiani, 180 mila).
Quale sarà il prossimo avversario? È il cinese Shang Juncheng, che in Australia è arrivato grazie a una wild card ed è attualmente 140° nel Ranking Atp. Una sfida alla portata di Nagal che non vuole smettere di sognare. Non adesso, non svegliatelo ancora.