Espulso dall’Australia, Djokovic accolto come un eroe a Belgrado: “Nole, sei l’orgoglio serbo”
Scene di esultanza a Belgrado, al Terminal 2 dell'aeroporto Nikola Tesla dove è atterrato Novak Djokovic, reduce da un lunghissimo contezioso con il governo australiano che non gli ha permesso di entrare nel Paese e partecipare agli Australian Open, appena iniziati. Senza vaccinazione e con una successione di avvenimenti che lo hanno costretto alla porta, il numero 1 del mondo, ha dovuto suo malgrado fare triste ritorno in patria. Dove è stato accolto da una folla entusiasta, che lo ha esaltato e acclamato senza, però, ricevere in cambio alcun segno di gratitudine.
Non rilascerà alcuna dichiarazione a tempo indeterminato: così la famiglia di Nole ha confermato la volontà di rimanere in silenzio da parte del tennista dopo il troppo clamore attorno alle vicissitudini trascorse in Australia. Così, Djokovic non ha risposto all'affetto della sua gente, scartando telecamere e giornalisti, ma soprattutto la folla che lo ha acclamato all'aeroporto al grido di "Nole, ti amiamo". Per il suo ritorno a Belgrado era stato illuminato anche un palazzo della città con la scritta: "Nole, tu sei l'orgoglio della Serbia".
L'arrivo in patria, dopo 24 ore di volo, passando per Dubai, dovrà risultare un effetto placebo per il campione serbo che adesso però, dovrà fare i conti con l'amara realtà delle disposizioni sanitarie in giro per il mondo che di fatto gli vietano gran parte dei prossimi appuntamenti in calendario. Djokovic, che ha confermato che non si vaccinerà, rischia seriamente di perdere la posizione di n.1 in classifica Atp. Intanto, però, ha incassato l'appoggio del proprio Paese: il Comitato Olimpico Serbo si è detto infatti "estremamente deluso" per la "scandalosa decisione" di espellere Djokovic dall'Australia aggiungendo che è stata commessa una "enorme ingiustizia".
Il primo ministro serbo, Ana Brnabic, ha detto che la cancellazione del visto è da ritenersi imperdonabile: "Sono molto deluso e penso che questa situazione abbia dimostrato come funziona lo stato di diritto in alcuni altri paesi, cioè come non funziona. Non vedo l'ora di rivedere Djokovic e di affrontare tutto questo insieme, dandogli il nostro sostegno in questo momento difficile per lui". Stesso pensiero che è giunto dal presidente della Serbia, Aleksandar Vucic, che ha accusato l'Australia di aver messo in scena una "farsa piena di bugie". Purtroppo, da un punto di vista sportivo, il calvario di Nole sembra però appena iniziato.
Dopo l'espulsione dall'Australia e la mancata partecipazione agli Australian Open 2022, per Djokovic si prospetta un futuro tutt'altro che roseo e il rischio concreto è di non poter partecipare ai prossimi appuntamenti nel calendario mondiale del tennis. Tra questi c'è anche il Roland Garros, dove Djokovic è il campione uscente. La nuova legge francese sui vaccini, approvata dal parlamento nel fine settimana, richiederà alle persone di avere un certificato per entrare in luoghi pubblici come ristoranti, caffè, cinema e impianti sportivi: "La regola è semplice. Il pass per il vaccino sarà richiesto una volta che la legge entrerà in vigore nelle istituzioni che erano già soggette al pass sanitario e si applicherà a tutti", ha confermato alla CNN una portavoce del Ministero dello Sport francese.
Anche in Spagna la situazione per Djokovic potrebbe diventare insostenibile: il primo ministro spagnolo Pedro Sanchez ha appoggiato la decisione dell'Australia, confermando il "totale rispetto per la decisione del governo australiano". Il prossimo aprile scatteranno gli Open di Madrid e il Governo spagnolo ha sottolineato che tutti, spettatori, organizzazione e atleti dovranno sottostare alle regole che verranno decise a livello nazionale. Il Ministro della Salute attualmente richiede ai visitatori di mostrare la prova della vaccinazione completa, un recente test Covid negativo entro 72 ore prima dell'arrivo in Spagna oppure un certificato di essersi ripresi da Covid-19.