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Guerra in Ucraina

Dolgopolov molla il tennis, ora è un soldato in Ucraina: “So colpire una persona da 25 metri”

L’ex tennista ucraino, Dolgopolov, spiega con una foto e una frase a corredo qual è il suo stato d’animo: “Un tempo c’erano racchette e corde, ora questo”. Ha svolto un addestramento rapido e adesso va a combattere.
A cura di Maurizio De Santis
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Alexandr Dolgopolov è l'ennesimo sportivo che si arruola nell'esercito ucraino per combattere i russi.
Alexandr Dolgopolov è l'ennesimo sportivo che si arruola nell'esercito ucraino per combattere i russi.
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Nel 2012 Alexandr Dolgopolov era numero 13 al mondo nel Ranking Atp, dieci anni dopo, chiusa l'esperienza nel tennis, ingrossa le fila degli sportivi ucraini che imbracciano le armi. "Un tempo c'erano racchette e corde, ora questo", scrive in un tweet che vale più di mille parole. È tornato in Ucraina per difendere il suo Paese: il 24 febbraio scorso si trovava in Turchia quando Putin ha scatenato l'esercito per l'invasione. Lì aveva messo in salvo la famiglia perché i venti di guerra che soffiavano dalla Russia avrebbero spalancato la porta dell'inferno. "È stata una mia decisione – ha raccontato sui social -. Nessuno vuol morire o partire per il fronte ma l'Ucraina è il mio Paese".

Dopo Sergiy Stakhovsky e Andreij Medvedev è il terzo giocatore che posa la racchetta e sceglie di maneggiare un fucile, si trova catapultato in prima linea a Kiev, nella capitale che il nemico cinge d'assedio ma senza riuscire a sfondare, in quel lembo di territorio dove l'avanzata delle truppe di occupazione è rallentata dalla resistenza. Non c'è stato tempo per svolgere un addestramento speciale, è come aver turato il naso ed essersi tuffato in apnea.

Quando potrà riprendere fiato, quando finalmente terminerà, se potrà o meno tornare dai suoi cari nessuno può saperlo. Vale per lui come per le migliaia di connazionali, civili o militari di carriera che sono di fatto arruolati da quando sono scattati la legge marziale e la mobilitazione generale. "A pochi giorni dall’inizio del conflitto ho iniziato a esercitarmi – ha spiegato su Instagram -. Un ex soldato mi ha insegnato a sparare. Non dico di essere Rambo ma riesco a maneggiare un'arma in maniera agevole. In una settimana ho imparato a colpire alla testa da 25 metri di distanza". Per tre volte su cinque ha centrato il bersaglio, ma era in un ambiente calmo (come lui stesso ha ammesso) e in battaglia è diverso.

Ucraina, Turchia poi Croazia, Polonia e infine il ritorno in patria. Il lungo viaggio di Dolgopolov s'è concluso quando, dopo l'addestramento, certo che gli affetti più cari fossero al sicuro e lontano dall'orrore, ha varcato il confine polacco in auto e rimesso piede a casa. Niente è più come prima. "Questa è la mia casa e la difenderò fino alla vittoria", ha aggiunto con orgoglio. L'ex tennista fa parte della schiera degli sportivi che hanno risposto ‘presente', lui dopo le leggende della boxe Vitali Klitschko (attuale sindaco di Kiev), e suo fratello, Vladimir (anche lui ex campione iridato nei pesi massimi), oltre all'altro boxeur famoso, Vasiliy Lomachenko.

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