Djokovic vince una finale epica contro Alcaraz ma è stravolto: ha rivisto il fantasma di Nadal
La finale del Masters 1000 Cincinnati tra Alcaraz e Djokovic è stata epica. Lo spagnolo e il serbo hanno offerto uno spettacolo eccezionale, rispettando appieno le aspettative della vigilia. Alla fine a trionfare dopo una partita durata quasi 4 ore e contraddistinta da momenti di difficoltà e grande tensione per entrambi, anche alla luce del caldo asfissiante, è stato Nole con il punteggio di 5-7, 7-6, 7-6. Uno spettacolo totale insomma, con il numero 1 e il numero 2 del tennis mondiale che hanno regalato emozioni anche durante la premiazione.
Quello del Cincinnati Open, a prescindere dal risultato, è stato dunque l'epilogo perfetto con gli spettatori entusiasti per un match incredibile. L'inerzia sembrava tutta dalla parte di Alcaraz che dopo aver vinto il primo set, era avanti di un break anche nel secondo e già pregustava il bis di Wimbledon. Djokovic però non è uno abituato a mollare, anche quando a rendergli la vita difficile sono state le temperature altissime. Dopo il controbreak e un match point annullato nel tie-break, Nole ha pareggiato i conti rimandando il discorso al terzo parziale.
Un set di livello altissimo contraddistinto da un rollercoaster di emozioni: Alcaraz è riuscito ad annullare ben quattro match point trascinando il confronto al tie-break. Qui però non c'è stato nulla da fare con Djokovic che dopo complessivamente 3 ore e 48 minuti di gioco si è preso il titolo, strappandosi la maglietta in stile Hulk Hogan per esultare. Una vittoria entusiasmante per il campione serbo che ha paragonato questa finale a quella di un torneo del Grande Slam di fronte ad un Alcaraz che in panchina è scoppiato in lacrime. 57° Masters per un Djokovic stravolto dalla fatica e 95° titolo complessivo in carriera.
"Una delle finali più dure della mia carriera". Così Djokovic ha commentato la vittoria del Cincinnati Open su Alcaraz prima di lasciarsi andare a complimenti infiniti nei confronti dell'avversario battuto: "Pazzo. Onestamente, non so cos'altro posso dire. Difficile da descrivere. Sicuramente una delle partite più difficili che abbia mai giocato in vita mia, indipendentemente dal torneo, dalla categoria, dal livello e dal giocatore. È incredibile. È un giocatore incredibile e merita tutto il mio rispetto. In due anni ha vinto più della maggior parte dei giocatori in carriera. È incredibile come si comporti sotto pressione". Con appuntamento rimandato agli US Open, che sono ormai dietro l'angolo.
Emozioni forti anche per Alcaraz che oltre a rendere omaggio al campione, si è commosso parlando del fratello presente in tribuna e visibilmente emozionato: "Ho imparato di nuovo da te Novak. E a Cincinnati dico che l'anno prossimo tornerò più forte. Grazie alla mia squadra perché stiamo lavorando molto duramente per giocare queste finali. Grazie per quello che mi dai sia professionalmente che personalmente. E grazie a mio fratello Álvaro per essere qui con me e farmi migliorare ogni giorno".
Quando i due si sono ritrovati poi vicini per la premiazione, è andato in scena un ulteriore siparietto. Djokovic ha nuovamente omaggiato l'avversario: "Amico, tu non ti arrendi mai. Gesù Cristo. Amo questo di te. Ma a volte vorrei che tu giocassi qualche punto in modo diverso (scherzando, ndr)". A questo Alcaraz ridendo ha risposto: "Gli spagnoli non muoiono mai!". Confermando il tutto e con un riferimento tutt'altro che velato al suo acerrimo rivale Rafa Nadal, Djokovic provato dalle fatiche ha chiosato tra gli applausi divertiti dei presenti ripensando anche ai fantasmi dell'eredità del mancino di Manacor: "Questo l'ho già sentito anzi, l'ho già provato". E ora arrivederci agli US Open