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Roland Garros

Djokovic torna sul centrale deserto alle 3 di notte: un bambino è ancora lì, lo sta aspettando

Bellissimo gesto di Novak Djokovic nel cuore della notte a Parigi: dopo aver vinto il suo match al Roland Garros, il campione serbo è tornato in campo per abbracciare e baciare un bambino di 10 anni. Non un tifoso qualsiasi: è il piccolo Tom, una vecchia conoscenza.
A cura di Paolo Fiorenza
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È stata una notte da leoni per Novak Djokovic, risorto dalle sue ceneri dopo il periodo difficile degli ultimi mesi e salito al proscenio quando il livello della recita lo imponeva: Roland Garros, campo centrale, match da leggenda contro il nostro Lorenzo Musetti. Sotto due set a uno contro il toscano che appariva padrone della situazione, dal 2-2 del quarto parziale il 37enne campione serbo ha cambiato marcia finendo per vincere 6-0 al quinto. Una partita meravigliosa e piena di emozioni, durata 4 ore e mezza e finita ben oltre le 3 di notte. Il lato agonistico della vicenda ha poi avuto un'appendice emotiva non meno bella e densa di sentimenti, quando – dopo essere tornato negli spogliatoi – Djokovic è tornato in campo per andare ad abbracciare un bambino che era ancora lì per lui, nel centrale ormai deserto.

Djokovic al pubblico di Parigi alle 3 di notte: "Se avete qualche festa, vengo con voi!"

Dopo una partita così, del resto, andare subito a letto sarebbe stato impossibile, tra adrenalina, conferenza stampa, trattamenti fisioterapici e il necessario pasto. Nole ci aveva scherzato su col pubblico nell'intervista a caldo sul campo ai microfoni di Alex Corretja: "È impossibile dormire ora con tutta questa adrenalina. Se avete qualche festa, vengo con voi!".

L'orgoglio del numero uno al mondo: "Mi motiva ancora di più quando le persone mi sminuiscono"

Un Djokovic tornato carico a bomba, come ha mostrato anche nella successiva conferenza stampa, quando ha citato un suo vecchio amico che non c'è più, Kobe Bryant. "È stata una delle partite più emozionanti che ho giocato finora – ha detto Djokovic, che poi ha elogiato Musetti, dopo averlo già fatto in campo – Lui ha giocato il miglior tennis che gli abbia mai visto. Se continua così, avrà un futuro brillante. La mia storia di vita è così, fare la differenza quando tutti mi sminuiscono, per mostrare di cosa sono fatto. L'ho dimostrato molte volte nella mia carriera. Vado avanti, mi motiva ancora di più quando le persone mi sminuiscono. Non abbiamo finito il torneo. Come disse il compianto Kobe Bryant: Il lavoro è finito? No, non è finito". Poi perché fosse ancora più chiaro il messaggio, il serbo ha postato una storia su Instagram con un lupo che azzanna lo stemma del Roland Garros e una didascalia eloquente: "Affamato come un lupo".

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Djokovic riconosce un bambino in tribuna: è Tom

Erano le 4 e mezza di notte quando Djokovic si è presentato in conferenza davanti ai giornalisti, ma prima era tornato sul Philippe Chatrier per ringraziare per il supporto un suo tifoso speciale, un bambino francese di 10 anni. Già durante il discorso in campo, Nole si era girato verso di lui scherzando: "Sono le tre del mattino, devi dormire amico mio. Che ci fai ancora qui? Sei molto giovane". Il campione di Belgrado aveva riconosciuto un suo vecchio tifoso, Tom: era il 2021 quando il bambino, che allora aveva 7 anni, ebbe il primo incontro ravvicinato col suo idolo in occasione della finale di Parigi vinta da Djokovic contro Tsitsipas. In quella circostanza il serbo a fine partita gli aveva regalato un'asciugamano e lo aveva abbracciato per ringraziarlo per il sostegno.

Sono passati tre anni e Tom era ancora lì a sostenere al Roland Garros Djokovic, che lo ha riconosciuto in mezzo al pubblico. Dopo averlo salutato al microfono di Corretja ed essere sceso negli spogliatoi, Nole è dunque tornato sul centrale ormai deserto per salutare il ragazzo in maniera calorosa. Lo ha abbracciato e baciato, in una scena davvero bella.

Il sogno del piccolo tifoso di Nole: "Adesso mi manca una racchetta…"

"Era 4-4 nel primo set quando mi ha guardato dritto negli occhi con il pugno alzato – ha poi raccontato Tom – Sapevo che mi aveva riconosciuto. Alla fine mi ha detto di restare al mio posto. Poi ha scavalcato il muretto, mi ha abbracciato e ha detto: ‘Grazie mille amico mio'. E mi ha baciato sulla fronte. Poi mi ha regalato cappellino, maglia e polsino autografati. Adesso mi manca una racchetta…". E chissà che Nole non possa esaudire il suo sogno nel prossimo incontro di ottavi contro Cerundolo.

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