Djokovic torna indietro e lancia una enorme bordata a Shelton: “Mi ha mancato di rispetto”
Il tabellone li ha posti nello stesso ottavo di finale. Sulla carta Novak Djokovic e Ben Shelton si affronteranno domenica magari nella mattinata italiana in una partita degli ottavi degli Australian Open. Sarebbe una partita imperdibile per il confronto di stili e soprattutto quelle generazionale, con un convitato di pietra e cioè Jannik Sinner che osserva soprattutto il numero uno del mondo. Ma quel Djokovic-Shelton se ci sarà di sicuro sarà pepatissimo. Perché i due giocatori non si amano e recentemente il 24 volte vincitore Slam ha spiegato perché quando sfidò l'americano agli US Open lo canzonò celebrando il successo con il famoso gesto della telefonata.
Il nastro si riavvolge. Si torna a settembre. Agli US Open Shelton vive un sogno e sorprendentemente arriva fino alle semifinali. Dopo aver vinto ogni incontro il figlio d'arte si inventa un gesto, quello della telefonata, chi diventa intanto il suo marchio di fabbrica e verrà poi imitato da tanti sportivi anche in Europa. Quel gesto viene replicato al termine della semifinale da Djokovic. Shelton è stupito, ma incassa senza problemi. E anzi in conferenza stampa con delle parole splendide dà quasi una lezione di vita al campionissimo serbo.
Quello è il passato. Il presente li vede di nuovo in rotta di collisione e soprattutto ha visto delle parole taglienti, anzi, pesanti come macigni di Djokovic nei confronti di Shelton. In un'intervista a L'Equipe il numero 1 è tornato su quell'esultanza di New York e ha detto per la prima volta perché ha agito in quel modo: “È stata una reazione contro Shelton. Non si è comportato correttamente, non ha avuto rispetto né in campo né prima della partita. Se qualcuno si pone nella zona antisportiva, io reagisco".
Shelton non ha raccolto. Ha annotato, ma ha deciso di mantenere il basso profilo e nella conferenza stampa che ha fatto seguito al match di primo turno ha detto: "Non ho niente da dire, mi è stato chiesto più volte in questi mesi. Ormai è il passato. Sto qui e penso solo agli Australian Open. Io sono esuberante, mi diverto sul campo, faccio tutto senza malizia. Perché sono fatto così".