video suggerito
video suggerito

Djokovic sorpreso dal 19enne Mensik in finale a Miami, poi l’ammissione: “Mi fa male dirtelo”

Il campione serbo vede sfumare la vittoria del 100° titolo in carriera per la sconfitta in finale (7-6, 7-6) contro il giovane avversario. “Non voglio parlare troppo, questo è il momento di Jabuk. Bravo, sei stato il migliore”.
A cura di Maurizio De Santis
240 CONDIVISIONI
Immagine

Jakub Mensik ha scolpito nella sua carriera una di quelle giornate che non dimenticherà mai perché battuto (7-6, 7-6) il suolo idolo e maestro fonte d'ispirazione, Novak Djokovic, in finale al Miami Open. Perché nonostante abbia 19 anni ha mostrato di poter dominare, grazie alla "testa da vecchio" su un corpo giovane, le emozioni forti che ha vissuto nelle ultime ore: ha dovuto attendere a lungo che il maltempo e la pioggia rendessero possibile la disputa del match, mostrato cinismo e nervi d'acciaio nei tie-break, sfoderato colpi (come lo smash fatto col rovescio e di spalle) per i quali si è perfino scusato con Nole, che ha 20 anni più di lui e li ha sentiti tutti. Il primo di molti, ha scritto il ragazzo sull'obiettivo della telecamera, quando ha finalmente realizzato di avercela fatta a vincere il Masters 1000. E s'è commosso quando ha ascoltato le dichiarazioni del serbo.

"Non voglio parlare troppo – le parole a caldo di Djokovic -. Questo è il momento di Jakub, per la sua squadra e la sua famiglia. Congratulazioni, hai disputato un torneo incredibile. Mi fa male ammetterlo, ma sei stato il migliore. Nei momenti decisivi hai dato il massimo. Hai battuto con un servizio incredibile e mostrato una grande tenacia nei momenti più difficili. Per un giovane giocatore come te questa è una grande qualità. Qualcosa che userai molte volte negli anni a venire. Ti auguro il meglio. Forse mi farai vincere una delle prossime volte che giocheremo".

Tutto questo dopo che Mensik ha rischiato di non essere in campo per un risentimento al ginocchio a inizio torneo. Il tennista ceco se l'è cavata beneficiando della perizia provvidenziale e del trattamento somministratogli dal fisioterapista Alejandro ("a lui va un ringraziamento particolare, ha fatto un miracolo altrimenti non ce l'avrei atta") e a quelle strane coincidenze della sorte che capitano quando è scritto nelle stelle che è il tuo momento. "Un'ora prima del mio debutto qui – ha raccontato dopo il successo – avevo già in mano il foglio per ritirarmi dal torneo perché avvertivo dolore al ginocchio. Ero sotto antidolorifici e mi chiedevo: perché giocare se non riesco nemmeno a camminare? Non mi funzionava niente ma sono stato fortunato perché l'arbitro stava pranzando e il fisioterapista è stato eccezionale… senza di lui non sarei stato qui".

Mensik è stato sì baciato dalla buona sorte ma s'è rivelato soprattutto bravo. Ha dato il meglio di sé (e quanto mostrato nelle partite precedenti era stato già impressionante) e raccolto sul campo quanto meritato, mostrando anche umiltà genuina e rispetto che hanno reso più bella la sua vittoria. Dopo aver messo a segno il punto decisivo s'è lascito andare a un'esultanza liberatoria: sdraiato e col volto nascosto tra le braccia, ha versato qualche lacrima poi s'è subito rialzato per dirigersi verso Djokovic. Lo ha fatto con la compostezza dell'allievo che ha superato il maestro ma gli è devoto per gli insegnamenti ricevuti: arrivato a rete ha unito le mani, fatto un inchino poi s'è sciolto in un abbraccio carico di tenerezza.

Non era andato a prendersi il perdono ma la sincera riconoscenza del campione che s'è distinto per il modo in cui ha incassato la delusione: era arrivato vicinissimo a conquistate il 100° titolo, gliel'ha strappato di mano il 19enne cresciuto pane e tennis coi suoi poster in camera. "È grazie a Djokovic che ho iniziato a giocare a tennis. È il mio più grande idolo, la ragione per cui sono qui. Non c'è compito più difficile che vincere una finale con te. Grazie mille per quello che hai fatto per questo sport. Sei incredibile. Il migliore di tutti i tempi".

240 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views