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“Djokovic si vaccinerà per colpa di Nadal”: dopo l’Australian Open è cambiato tutto

Roland Garros, Wimbledon, Us Open: è mai ipotizzabile che Djokovic resti ancora fuori dai grandi appuntamenti in calendario? No. C’è un pensiero che ronza in testa al serbo e lo rivela una fonte molto vicina al suo ambiente.
A cura di Maurizio De Santis
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Novak Djokovic sembra aver cambiato idea sui vaccini. Lo rivela una fonte molto vicina al suo ambiente.
Novak Djokovic sembra aver cambiato idea sui vaccini. Lo rivela una fonte molto vicina al suo ambiente.

Novak Djokovic deve aver cambiato idea sui vaccini quando ha visto che quel ‘vecchio leone' di Rafa Nadal vincere gli Australian Open. Nella classifica delle vittorie nel Grande Slam adesso lo spagnolo gli è davanti: 21 a 20. Sorpassato senza la possibilità di giocare, fa più male davvero. "Ho visto cose eccezionali", ha scritto su Instagram a corredo della finale. Ma non è stato lui a farle e gli brucia. Che smacco e che rabbia. Al posto di Daniil Medvedev lui sì che avrebbe saputo come domare il campione iberico.

A Nole è passata per la mente quella settimana tremenda sotto il profilo personale, sportivo, politico. E quella popolarità, che credeva potesse aiutarlo ad aggirare con una semplice certificazione medica (poi risultata dubbia) le leggi del Paese sull'emergenza pandemia, gli si è ritorta contro. È stata un boomerang. Come ricevere una pallata addosso mentre sei sotto rete.

C'è un pensiero che ronza in testa al serbo. Nemmeno il folklore e il baccano sollevato in patria dai tifosi, dalla famiglia, da quella fetta di no vax che lo aveva eletto icona di libertà contro la dittatura di ‘big pharma", è riuscito a spazzarlo via. Voleva solo giocare, è diventato il protagonista di un caso internazionale. Gli è caduto il mondo addosso. Troppo pesante anche per le spalle forti di una star globale dello sport. Fa la cosa giusta, ripete dentro di sé Djokovic. E, forse, s'è convinto.

Rafa Nadal posa con il trofeo conquistato agli Australian Open
Rafa Nadal posa con il trofeo conquistato agli Australian Open

Daniel Müksch, che ha scritto la sua biografia, conosce da vicino il suo ambiente e – soprattutto – conosce Nole. Sa che "non si sarebbe mai opposto pubblicamente a suo padre – ha spiegato nell'intervista a Servus TV -. È così che è stato educato. Ma non approva quello che è successo a Belgrado durante i folli giorni di Melbourne". Sa come leggere le voci di dentro dell'ambiente che ruota intorno al serbo e lascia trapelare: "Da quello che arriva dalle persone a lui vicine penso che si vaccinerà. Forse anche la finale di Melbourne ha influito in qualche modo. Il ventunesimo Slam vinto da Nadal lo ha in qualche modo condizionato".

Roland Garros, Wimbledon, Us Open: è mai pensabile che Djokovic resti ancora fuori dai grandi appuntamenti in calendario? No. Non lo immagina lui, figurarsi gli sponsor che hanno legato il brand alla sua figura. No, perché vuol riprendersi quel che è suo e ristabilire le gerarchie. E lui è abituato a combattere. Lo narra la storia della sua carriera, della sua vita di campione forgiato dalle bombe e dagli allenamenti svolti in condizioni di fortuna, di come abbia scalato a mani nude la montagna del Ranking Atp. "Il ruolo di outsider è molto radicato in lui – ha aggiunto Müksch -. C’è una cosa che ripete spesso: Non tutti i campioni si fanno nei country club dei ricchi". Nole non s'immagina nemmeno lì. Lui vuole solo giocare e vincere. A patto lo faccia con regole condivise. Ma questo deve averlo capito.

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