Djokovic shock, può ritirarsi dal Roland Garros: “Quando svanirà l’effetto dei farmaci capirò i danni”
Indistruttibile. Immortale. In una parola, Djokovic. Prima di ogni partita scatta la conta delle possibilità sia scavalcato in vetta al Ranking Atp da Jannik Sinner. Al termine di ogni incontro lui sorride sornione e ricaccia all'indietro quelle predizioni da uccelli del malaugurio. Questa volta, però, è diverso. Questa volta sente di essersi fatto male davvero e qualche dubbio si fa strada anche attraverso la corazza del campione.
"Farò il possibile per stare meglio nel più breve tempo possibile, ma non si può fare niente di troppo. Il ginocchio è il ginocchio, una delle principali articolazioni per il movimento. Quando ho avuto problemi muscolari in Australia sono riuscito a rimediare ma il ginocchio è un'altra cosa. Non ho mai avuto problemi di questo tipo, grazie a Dio… forse nel 2011, ma allora era diverso".
In sala stampa il serbo è arrivato quasi due ore dopo la conclusione della sfida sfiancante (è durata cinque ore) contro Francisco Cerundolo che, dopo l'ennesima battaglia combattuta su cinque set, gli è valsa la qualificazione ai quarti. Teme di non disputarli, di non farcela. L'espressione stampata sul viso dice tutto.
Nole si accomoda e non nasconde le sue perplessità. Che siano solo cattivi pensieri oppure sensazioni legate al momento, alla fitta al ginocchio, alla rabbia manifestata per le condizioni del fondo in terra rossa ("era fangoso") lo si saprà nelle prossime ore quando verrà presa una decisione ufficiale dopo aver valutato anche il responso della risonanza magnetica all'articolazione.
"Non c'era quasi terra a causa del cambiamento delle condizioni di sole e caldo che hanno portato umidità. C'erano zone dove c'era solo cemento – dice Djokovic, spiegando cosa gli è accaduto in quel momento in cui ha rischiato di doversi arrendere all'infortunio – e altre un po' fangose. Nel terzo game del secondo set sono scivolato e mi sono fatto male al ginocchio. Faremo tutti i controlli necessari per capire se ci sono state conseguenze o lesioni. La prima visita effettuata è stata positiva ma c'è qualcosa che non va".
Ed è proprio quest'ultima frase a tenere tutti col fiato sospeso. Se sarà o meno in campo, se riuscirà ad affrontare Casper Ruud non è dato saperlo. Nemmeno Djokovic può dare una risposta certa ora.
"Ho terminato la partita senza dolore grazie ai medicinali, ma potrebbe riacutizzarsi. Di buono c'è solo una cosa… che avrò un giorno di riposo prima del prossimo incontro. Ma sono sincero: non so se sarò in grado di scendere in campo e di giocare contro Ruud. Me lo auguro, ma dobbiamo aspettare"
Le vittorie (e più ancora le prestazioni) contro Lorenzo Musetti (sconfitto dopo quasi 5 ore e una rimonta che ti lascia a occhi sbarrati) e Cerundolo (superato nonostante le condizioni precarie) fanno di lui una sorta di highlinder, che non butti giù in alcun modo se non disputando una partita perfetta.
A dare questa idea è stata la sequenza del punto fantastico fatto nell'ultimo match contro l'argentino, in spaccata, allungandosi come fosse di gomma, prendendo una posa plastica nemmeno fosse l'Uomo Ragno, sfidando le leggi della fisica e della cinetica sulla terra rossa, infida e malmessa al punto da portarlo a sbottare contro i commissari di gara. Anche Djokovic, però, è umano.
"La partita chiusa alle 3 di notte con Musetti non ha aiutato il mio bioritmo, ma all’inizio con Cerundolo mi sentivo bene. Nelle ultime settimane ho avvertito qualche fastidio al ginocchio – ha aggiunto – ma non pensavo si aggravasse almeno fino all'ultimo incontro".