Djokovic scoppia in lacrime a Wimbledon, gli fanno una domanda sui figli: “Ti abbraccio forte”
Dalla rabbia sfogata distruggendo la racchetta contro un paletto della rete alle lacrime del post partita. Sono le ultime istantanee di Novak Djokovic che chiude Wimbledon con emozioni forti e contrastanti dopo aver perso la finale contro Carlos Alcaraz in cinque set e cinque ore di gioco. Sbollita la frustrazione di quegli attimi e l'adrenalina, a prendere il sopravvento sul campione di tennis è lo stato d'animo che lo rende umano rispetto alla macchina da guerra che è quando si cala nei match.
Novak si scioglie in un pianto sincero per la delusione di essere arrivato ancora una volta vicinissimo a un trionfo epico: non perdeva sul centrale da dieci anni e 45 partite, l'ultima volta risaliva al 2013 contro Murray; manca l'aggancio a Federer (8 Championships), a Margaret Court (24 Slam); lascia ancora una volta chiuso nel cassetto il sogno, che sembra diventato quasi un tabù, di fare il Grande Slam; il numero 1 nel Ranking Atp resta lo spagnolo con quasi 900 punti di differenza.
Ma c'è dell'altro dietro quel momento di debolezza che s'è concesso davanti al pubblico del centrale e in tv. Durante il tradizionale intervento ai microfoni a margine dell'incontro gli viene fatta una domanda che fa saltare il tappo: a tracimare è la sensibilità di Nole. "Cosa diresti ai tuoi figli in questo momento?". In quell'istante qualcosa è scattato dentro Djokovic. Ha provato a stento a trattenersi senza riuscirci.
La piccola Tara lo aveva anche difeso dai fischi che dalle tribune erano piovuti addosso al papà durante il torneo. Adesso la dedica è per Stefan. Con gli occhi rossi, lucidi e un filo di voce il serbo ha ammesso: "È bello vedere mio figlio ancora lassù, sorridente. Ti voglio bene, grazie per avermi sostenuto. Ti abbraccio forte".
Quanto alla finale persa contro Alcaraz, Djokovic è stato molto sincero nell'ammettere di essere rimasto sorpreso da un particolare dell'avversario. "Credevo che avrei avuto problemi con te solo su fondo sterrato e cemento, ma non sull'erba. Quest'anno le cose sono andate diversamente. Complimenti davvero perché avevi giocato solo un paio di volte qui".
L'ultima riflessione è una battuta ironica che si regala per lenire la grande amarezza provata. "Non è mai bello perdere partite come queste ma quando le emozioni di questa gara saranno sfumate allora sarò grato perché in passato ho vinto titoli combattuti. Ricordo la finale del 2019, la dovevo perdere e potevo perdere anche altre. Adesso vado in pari".