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Torneo di Wimbledon 2024

Djokovic resta tutto d’un pezzo: “Non mi piego al vaccino Covid, rinuncio agli US Open”

Il campione di tennis serbo non cambia idea sull’obbligo vaccinale anti Covid ma non andrà allo scontro come accaduto in Australia. A Wimbledon la profilassi è solo consigliata, negli Stati Uniti no. “Che io ci sia o meno dipende tutto dal governo americano e non da me”.
A cura di Maurizio De Santis
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Djokovic ha annunciato alla vigilia del torneo di Wimbledon che non sarà in America per gli US Open. Il motivo? Non intende vaccinarsi contro il Covid.
Djokovic ha annunciato alla vigilia del torneo di Wimbledon che non sarà in America per gli US Open. Il motivo? Non intende vaccinarsi contro il Covid.
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Questa volta Novak Djokovic non andrà allo scontro. Non ha alcuna intenzione di vaccinarsi, costi quel che costi. A Wimbledon sono stati indulgenti, consentendo la partecipazione al torneo anche a quei tennisti che, per scelta personale oppure per comprovate ragioni mediche, non hanno ricevuto il siero anti-Covid. L'hanno definito "consigliato ma non obbligatorio".

In America no, è diverso. Lì c'è una cortina di ferro contro la quale il campione serbo andrebbe solo a sbattere se solo provasse a entrare nel Paese come fece ai tempi degli Australian Open. Che sia con uno stratagemma cartaceo, presentando una documentazione che all'arrivo in aeroporto verrebbe considerata carta straccia (proprio come accaduto a Melbourne), oppure il tentativo di aggrapparsi al salvagente della profilassi che ne attesta per perfette condizioni di salute poco importa.

"Allo stato attuale – ammette in conferenza stampa Djokovic – non mi è concesso entrare negli States". Ha la faccia di uno che ha capito e anche un principio di tristezza in fondo all'anima: la coerenza della sua posizione ha reso la sua stagione una sorta di percorso a ostacoli. Ma il campione balcanico non si piega, non cambia idea.

Il serbo è campione in carica a Wimbledon, nella scorsa edizione ha battuto Berrettini in finale. In Inghilterra non c'è alcun obbligo vaccinale per i tennisti che partecipano al torneo.
Il serbo è campione in carica a Wimbledon, nella scorsa edizione ha battuto Berrettini in finale. In Inghilterra non c'è alcun obbligo vaccinale per i tennisti che partecipano al torneo.

Lo aveva messo in preventivo. Dopo l'esperienza in Australia ha preso carta e penna tirato una riga in mezzo al foglio, indicando in quale Stato lo avrebbero inserito nella lista dei ‘buoni', senza fare troppe storie per concedergli il visto di entrato, e in quale lo avrebbero ritenuto un ‘cattivo' da mettere al bando. De resto sia era già cancellato da Indians Wells.

"Mi piacerebbe andare negli Stati Uniti e giocare gli Us Open, ma per il momento non è possibile – ha aggiunto con la consapevolezza di chi sa che non ci saranno eccezioni, nemmeno per uno sportivo della sua stazza -. Questa cosa mi dà grandi motivazioni per fare bene qui a Wimbledon".

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Djokovic già cosa lo aspetta. Lo ha vissuto sulla propria pelle fino a sentirsi prigioniero della burocrazia, parcheggiato in un centro di prima accoglienza dopo aver essere stato trattenuto per 8 ore in aereo perché non poteva mettere piede sul suolo australiano, indesiderato, additato a fuorilegge fino a sentirsi umiliato e al disonore del decreto di espulsione dopo aver perso il ricorso.

"Voglio essere l'unico proprietario del mio corpo", ha sempre ripetuto durante e dopo la disavventura nella Terra dei canguri. Sono stati giorni di passione e di sofferenza nel periodo più caldo della campagna vaccinale per arginare lo tsunami di contagi che ha sconvolto il mondo. Non li dimenticherà mai.

"Non c'è molto che io possa fare – ha aggiunto -, quindi almeno per come stanno le cose adesso non posso fare altro che rinunciare. Che io ci sia o meno dipende tutto dal governo americano e non da me".

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