Djokovic mostra di che pasta è fatto un campione, il gesto verso Fokina è di gran classe
L'esultanza rabbiosa, nella quale ha sfogato tutta la propria tensione per un match durante il quale Novak Djokovic ha faticato molto contro Davidovich Fokina. L'applauso ironico e polemico nei confronti di quella porzione di pubblico del Roland Garros che nei suoi confronti è intransigente. Le battute in conferenza stampa con i giornalisti serbi che scherzano con lui e gli portano alcuni regali: una banana, un dattero, una magnete, una bottiglia d'acqua… le cose che il suo team in campo spesso non è così lesto a fornirgli. E poi c'è un gesto che ha ricordato a tutti, semmai ce ne fosse stato bisogno, di che pasta è fatta un campione ricevendo quell'ovazione che ha spazzato via ogni altro mugugno.
Djokovic è così, lo odi oppure lo ami. E a lui non sembra interessare particolarmente perché gli basta davvero poco per mettere a tacere il fronte dei contestatori, trasformare i fischi in applausi sinceri, ribaltare il brusio di sottofondo in ovazione. L'episodio che la scatena capita nel terzo set con il risultato sul 3-1 in favore del serbo. Al termine di uno scambio lo spagnolo scivola in un punto in cui la terra rossa è un po' insidiosa, sbatte col ginocchio sinistro e si fa male, è visibilmente dolorante e si dirige verso la sua postazione per riprendersi.
Nole vede tutto. È dall'altra parte del campo ma si accorge che c'è qualcosa che non va e non perde tempo. Si reca nei pressi dell'avversario, va sincerarsi delle sue condizioni, gli porge un'asciugamano, gli prende anche un po' di ghiaccio, non gli fa pressione lasciando a Fokina il tempo necessario per riprendersi e tornare in gioco. Se deve vincere e passare il turno, il serbo vuole farlo sul campo.
Nel corredo accessorio della sfida con Fokina non sono mancati momenti di tensione. Qualche fischio, immancabile, ha solo sfiorato il campione balcanico che è divenuto oggetto di una contestazione rumorosa quando è tornato alla sua panchina per chiedere un intervento del fisioterapista. In quel momento, dinanzi alla reazione del pubblico, Djokovic ha alzato entrambe le braccia e ha reagito applaudendo in maniera polemica.
"In passato e anche oggi qui ho sempre ricevuto grande sostegno, è una cosa che apprezzo molto – le parole del tennista al termine dell'incontro -. Ma ci sono gruppi che amano fischiare, è qualcosa che trovo irrispettoso e non lo capisco. Possono farlo, hanno comprato un biglietto. Nella maggior parte dei casi non dico niente, ma a volte quando qualcuno è irrispettoso rispondo". E la sua risposta, oltre a quel battimani, è anche nell'atteggiamento rabbioso con il quale ha sottolineato la fine di uno scambio contro l'avversario: ha serrato i pugni e agitato le braccia con enfasi, sembrava aver vinto un titolo.
Cambio di scena. La dissolvenza porta in sala stampa, durante la conferenza post match. I giornalisti serbi presenti al Roland Garros fanno una sorpresa a Novak Djokovic consegnandogli qualche banana, acqua, datteri e una calamita. Ne ha una in petto, questa può metterla anche sul frigorifero a mo' di ricordo. Il motivo? un modo simpatico per fargli notare quanto lui stesso sia abbastanza esigente con i collaboratori che a volte non sono pronti e non gli portano quello che sta cercando.