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Djokovic mentalmente ko, il rientro è un’incognita: “Non se lo toglie dalla testa”

Novak Djokovic dopo l’esclusione dall’Australia e dagli Australian Open sta vivendo un momento molto difficile. Il suo coach Vajda fa il punto della situazione.
A cura di Marco Beltrami
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Novak Djokovic sta guardando gli Australian Open? Oppure ha deciso di staccare definitivamente la spina e ricaricare le energie, dopo la doccia fredda dell'esclusione? Quello che è certo al momento, è che Nole ha dovuto fare i conti con un colpo durissimo, difficile da digerire. Nemmeno lui, maestro nell'arte della difesa in campo, ha potuto far nulla per evitare l'espulsione dall'Australia, con i suoi avvocati che non hanno ottenuto nulla nel ricorso contro la decisione del ministro dell'Immigrazione. Chi lo conosce bene, sa che quanto accaduto in terra aussie, potrebbe cambiare mentalmente Djokovic, per il quale ci vorrà un po' di tempo per riprendersi.

La situazione diventata un vero e proprio caso internazionale rischia di avere ulteriori ripercussioni per Nole. Dalla posizione dei suoi sponsor, alla prospettiva che anche gli altri Slam non accettino esenzioni speciali per gli atleti senza vaccino. Sono tanti i nodi da sciogliere per Djokovic che comunque può contare sul sostegno del suo Paese, e dei suoi tifosi. In attesa di decidere se sarà lui a passare all'attacco, con la possibile causa all'Australia, la soluzione migliore è quella di godersi la famiglia e gli affetti più cari. Tra le persone a lui più vicine c'è anche uno dei suoi coach, ovvero Marián Vajda. L'ex tennista slovacco ha lasciato al collega e grande gloria Ivanisevic il compito di seguire Djokovic in Australia, e ha dunque vissuto tutta la vicenda a distanza.

Un leone in gabbia. Vajda ha potuto fare ben poco per aiutare Djokovic nel suo braccio di ferro con le autorità australiane. Non è stato facile per lui restare in silenzio in queste due settimane. Ai microfoni di Sport.sk, l'allenatore ha raccontato il suo malessere: "Dovevo calmarmi, non capisco perché abbiano fatto questo a Djokovic. Non ingoiavo un'ingiustizia del genere da tempo. I media hanno manipolato le informazioni in Australia, sollevando posizioni contro Djokovic. La mia reazione? Shock, sofferenza. Non so cosa avrei fatto se fossi stato lì. A Bratislava non ho dormito bene, non pensavo potesse accadere".

Djokovic e il suo coach Vajda
Djokovic e il suo coach Vajda

Pur a distanza, Vajda è stato vicino a Nole con messaggi e audio. La sensazione però è che nonostante tutto la sofferenza del suo giocatore sia stata immensa: "Non riesco a immaginare come l'abbia gestito, deve esserci stata molta sofferenza. Ha sopportato umilmente tutte le misure, ma quello che gli hanno fatto deve segnarlo. È stato un processo politico. Avrà sicuramente conseguenze significative, sarà difficile tornare". A tal proposito il coach proprio non si spiega perché si parli ora di possibili provvedimenti ai giocatori non vaccinati in tornei come il Roland Garros e Wimbledon in programma tra primavera e estate.

Di certo Djokovic ha incassato la solidarietà di tanti colleghi, anche perché lui si è sempre dimostrato disponibile ad aiutare tutti: "Molte persone scrivono a lui e a me e si sentono con lui. Ma non ne parleranno apertamente al pubblico. Non si legge da nessuna parti quante notti Novak ha passato al computer discutendo con molti giocatori delle loro condizioni di vita, di come può aiutarli e di fare qualcosa per tutti. Ha combattuto l'intera pandemia per loro. Ho la sensazione che anche i giocatori non abbiano sufficienti fonti di informazione, perché i media li stanno fuorviando e soprattutto contro Djokovic".

Djokovic vero e proprio monumento serbo
Djokovic vero e proprio monumento serbo

In conclusione l'amara rivelazione sulle condizioni mentali di Djokovic. Quanto accaduto in Australia rischia di provocare un blocco nel giocatore numero uno al mondo. Vajda non esclude infatti ripercussioni: "Non ho comunicato con lui da quando è arrivato a Belgrado. Nessuno sa come sta. Pubblicherà sicuramente un'opinione che pensa bene. È chiaro che lo ha colpito mentalmente, gli farà male a lungo e sarà difficile toglierglielo dalla testa. Tuttavia, conosco molto bene il mio cliente. Novak è forte, fermo e non ha ancora detto la sua ultima parola nel tennis!"

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