Djokovic indemoniato col suo team nella semifinale con Musetti: urlacci e gesti inconsulti
Finisce in semifinale la bella cavalcata di Lorenzo Musetti nel torneo di singolare alle Olimpiadi di Parigi: il carrarino – in campo ininterrottamente da più di una settimana tra Umago e i Giochi – si è arreso di fronte a Novak Djokovic, che ha vinto in due set col punteggio di 6-4/6-2 in poco meno di due ore. Il campione serbo ora sfiderà in finale per quell'oro olimpico che solo gli manca Carlos Alcaraz, mentre Musetti sfiderà per la medaglia di bronzo il canadese Auger-Aliassime, distrutto 6-1/6-1 dallo spagnolo. Djokovic è stato protagonista di un momento di grande nervosismo nel corso del secondo set, quando prima ha ricevuto un'ammonizione dall'arbitro per "oscenità udibile" e poi si è rivolto con gesti inconsulti verso il suo staff nel cambio di campo successivo.
La partita è fondamentalmente tutta racchiusa nel decimo game del primo set, quando Musetti – che fino a quel momento aveva retto alla grande anche dal punto di vista psicologico – ha perso la battuta da 40-0 sul 5-4 per Djokovic: cinque punti di fila che hanno consegnato il 6-4 al serbo e sono stati una mazzata per l'azzurro.
Djokovic perde la testa all'inizio del secondo set contro Musetti
Poi nel secondo parziale, sull'1-1 e servizio Djokovic, ci ha pensato l'ex numero uno al mondo a prendersi la scena, ma non per meriti tennistici. Sul 40-40 ha ricevuto il secondo avviso di ‘time violation' dall'arbitro (si vede chiaramente sul tabellone alle sue spalle lo zero nel countdown del tempo concesso per servire tra un punto e l'altro): chiaro che il 37enne si prendesse tutto il tempo possibile per rifiatare, e anche oltre. Essendo il secondo avviso, automaticamente – da che stava per servire la prima palla – ha dovuto battere la seconda, con la mannaia sulla testa della perdita di un punto in caso di terza violazione.
Ma il peggio è arrivato qualche attimo dopo, visto che Musetti in quello stesso punto si è guadagnato una palla break con un bel passante lungolinea di dritto, su cui Djokovic ha mandato la volée in rete. In quel momento, tra i fischi del pubblico, il serbo ha detto qualcosa di non esattamente oxfordiano e il giudice di sedia è nuovamente intervenuto per ammonirlo, stavolta per una "audible obscenity". A quel punto Nole è andato sotto il seggiolone dell'arbitro per dirgliene quattro e sfogare la sua rabbia, riuscendo tuttavia a contenersi entro limiti tali da evitare ulteriori sanzioni.
La furia cieca del serbo contro il suo staff in tribuna: urlacci e gesti
"Hai riconosciuto il momento giusto per farlo", gli ha detto, non avendo digerito la precedente chiamata di ‘time violation' in un momento così delicato. Poi Djokovic ha perso il servizio e l'ira ha continuato a bollire sempre di più dentro di lui: dopo essersi seduto al cambio di campo sul 2-1 per Musetti ed aver bevuto qualcosa dalla borraccia, si è girato verso il suo staff che era in tribuna e ha cominciato a urlare e gesticolare come un indemoniato: un momento di furia cieca che gli è servito per scaricare tutta la negatività.
Tornato in campo, Djokovic si è subito ripreso il break, poi dal 2-2 non si è più fermato, togliendo il servizio all'azzurro altre due volte e chiudendo 6-2 set e partita.
È la prima finale olimpica per Nole, contro Alcaraz sarà durissima. Ma mai sottovalutare il cuore di un campione, e Nole ha un cuore grande quanto tutta la Ville Lumière.