Djokovic ha rischiato col numero 107 al mondo agli Australian Open: “Non l’avevo mai visto giocare”
Novak Djokovic non aveva mai visto giocare Nishesh Basavareddy prima della sfida inaugurale degli Australian Open 2025. E quando se l'è trovato di fronte è rimasto un po' sorpreso dal ragazzo che su WhatsApp ha la sua foto come immagine del profilo, a testimonianza della venerazione che ha nei suoi confronti.
Quattro set in quasi 3 ore di gioco: tanto ha dovuto faticare il campione serbo che, dopo aver perso il primo set a sorpresa (6-4), ha ribaltato l'inerzia del match facendo appello a tutta la propria esperienza (e ai consigli di coach Andy Murray) per vincere quelli successivi (6-3, 6-4, 6-2). A 37 anni, dopo aver scritto un pezzo di storia a Melbourne (dove ha trionfato per 10 volte), ha rischiato contro un giovanotto che nel tabellone c'è arrivato grazie a una wild card.
Solo allora si è arreso il 19enne americano di origini indiane, numero 107 del Ranking e alla prima vera apparizione nel tabellone principale di un torneo del Grande Slam: è uscito dal campo con il sorriso sulle labbra per la soddisfazione; il risvolto della medaglia è l'espressione del serbo, che ha sbottato per essere riuscito finalmente a venire a capo della situazione qualificandosi al secondo turno (affronterà il portoghese Jaime Faria, numero 125 al mondo).
"Per un set e mezzo ha giocato sicuramente un buon tennis – le parole di Djokovic nelle interviste del dopo gara -. Mi ha sorpreso coi suoi colpi e per il fatto che non si è mai arreso. Si è meritato ogni singolo applauso che ha ricevuto quando ha lasciato il campo". La standing ovation tributata dal pubblico ha riempito il cuore di gioia di Basavareddy e al tempo stesso confermato quanto sia stato un osso duro per Novak. "Non l'avevo mai visto giocare fino a 3 o 4 giorni fa e non sapevo molto di lui. Queste prime partite sono sempre difficili quando giochi contro avversari che non hanno nulla da perdere. Per lui era il primo incontro in assoluto in uno slam".
Chi è Basavareddy che ha fatto soffrire Djokovic al debutto
Il battesimo del fuoco contro un totem del tennis come Djokovic è stata la più grande soddisfazione che Basaraveddy potesse desiderare. Aver giocato contro di lui e meritato i complimenti aumenta autostima, regala visibilità e un po' incentiva la carriera. Le dà un'altra spinta in avanti dopo una stagione caratterizzata da una crescita straordinaria.
Rajeev Ram è il doppista americano che gli trasmetterà i primis segreti della disciplina avvicinandolo al mondo del professionismo, il resto lo farà da sé alla prova del campo a cominciare dalla Stanford University dove con libro e racchetta si toglie le prime soddisfazioni (12° nel ranling dell'Ateneo) e guadagna anche una borsa di studio.
Basaraveddy è sulla buona strada e miete ancora successi: il titolo in doppio con Ozan Baris allo US Open 2022 e il Trofeo Bonfiglio sempre nel 2022, fino a diventare il numero 3 della classifica under 18. L'avventura positiva nei tornei professionistici gli fa da trampolino di lancio che lo catapulta prima a Jeddah (insieme ai migliori under 20 del mondo) e poi nel tabellone degli Australian Open. Dall'altra parte del mondo ha potuto toccare con mano cosa vuol dire giocare con i migliori che ha finalmente potuto vedere da vicino.