Djokovic: “Conosco Sinner da quando era piccolo, ma quello che è successo mi ha lasciato frustrato”
Jannik Sinner resta sempre un argomento caldo nel tennis. Non tanto per le sue prestazioni e il talento che l'hanno portato ad essere l'attuale numero uno al mondo, quanto per la vicenda doping che l'ha travolto. A marzo 2024 Sinner risultò positivo a tracce infinitesimali di una sostanza vietata, il Clostebol. Fu usata dal suo ex preparatore Naldi che di fatto ha contaminato l'azzurro con un messaggio. Da quel momento un tribunale indipendente selezionato dall'International Tennis Integrity Agency (ITIA) stabilì che Sinner non avesse alcuna colpa o negligenza.
La WADA però si è appellata chiedendo una squalifica di un anno massimo due. E così l'agenzia mondiale antidoping ha presentato ricorso davanti al TAS di Losanna. Sinner nel frattempo, in attesa di nuovi sviluppi, continua ad allenarsi. Attorno a lui però il mondo del tennis è rimasto stupito dal fatto che la sua positività al Clostebol fosse stata resa nota 5 mesi dopo, quando il caso fu quasi integralmente chiuso. Di questo ha parlato ancora Novak Djokovic alla vigilia del Torneo Atp 250 di Brisbane: "Mi sono sentito molto frustrato".
Il serbo giocherà in coppia con Nick Kyrgios che in più occasioni si era esposto su Sinner, anche in maniera forte: "Viviamo in un mondo in cui tutti hanno il diritto di esprimersi, soprattutto sui social media – ha detto Dj0kovic -. Nick ha parlato molto bene di tutto il caso doping di Jannik, e ha ragione sulla trasparenza e l'incoerenza dei protocolli e dei confronti tra i vari casi. Molti giocatori sono stati sospesi per non essersi nemmeno sottoposti ai test antidoping e per non aver comunicato la loro posizione, e alcuni giocatori di livello inferiore che aspettano che i loro casi vengano risolti da più di un anno".
Djokovic non giudica ciò che è accaduto ma contesta le tempistiche che hanno portato a galla questa vicenda resa nota dopo diversi mesi. "Non metto in dubbio se la sostanza proibita sia stata assunta intenzionalmente o meno – ha spiegato l'ex numero uno al mondo -. Credo nello sport pulito, credo che il giocatore farà tutto il possibile per giocare lealmente". E poi ha aggiunto: "Conosco Jannik da quando era molto giovane, quindi non sembra il tipo di persona che farebbe una cosa del genere, ma mi sono sentito molto frustrato, come la maggior parte degli altri giocatori, nel vedere che siamo stati tenuti all'oscuro per cinque mesi dopo che ha ricevuto quella notizia – conclude Djokovic -. Non è una bella immagine per il nostro sport".