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Djokovic con Sinner ha provato tutte le sue tattiche mentali: reazione impressionante di Jannik

Djokovic ha provato in tutti i modi a destabilizzare Sinner non solo a suon di colpi, ma anche con i classici mind games. Reazione da campione per il tennista italiano.
A cura di Marco Beltrami
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Freddo, anzi glaciale. Jannik Sinner non ha fatto una piega durante la partita vinta contro Novak Djokovic alle ATP Finals. Non si è lasciato distrarre in nessun modo, né condizionare da quanto accadeva intorno a lui, e in primis dagli atteggiamenti del serbo che ha vissuto il solito confronto particolare con il pubblico e non solo. Infatti Nole si è lasciato andare anche a lamentele nei confronti dell'arbitro.

Tanto forte quanto esperto il serbo che durante il match ha fatto ricorso anche a quelli che possono essere definiti come "mind games" per cercare magari di destabilizzare Sinner invertendo la rotta del match. Spesso proprio sotto gli occhi del giocatore italiano. Djokovic ha iniziato a lamentarsi platealmente durante i suoi turni in risposta recriminando per dei "let" non segnalati. A suo dire dunque il rumore della pallina che sfiorava la rete è stato plateale, e le battute efficaci del suo avversario sarebbero dovute essere ripetute.

La giudice di sedia non ha potuto fare altro che riscontrare il mancato segnale da parte della macchinetta/sensore posizionata sulla rete appositamente per riscontrare i let. Questo però non è servito a far cambiare idea a Novak che in occasione di un cambio campo si è sfogato contro l'ufficiale chiedendole come fosse possibile che lei non sentisse nulla. Per diversi minuti Nole ha provato a far valere la sua causa, in modo inutile visto che tutto dipendeva dal "mezzo tecnologico" e dalla fiducia riposta in esso.

Sinner che nel frattempo è tornato nella sua panchina e poi si è rialzato per prendere il suo posto, non è "caduto nella trappola" di lasciarsi distrarre da quel conciliabolo. Già in passato d'altronde ha vissuto situazioni simili ad esempio con Kyrgios, che proprio di fronte a lui si lasciò andare ad un nervoso sfogo con l'arbitro culminato nella distruzione delle racchette a Miami.

Ma non è finita qui, perché Novak Djokovic le ha provate tutte per provare anche ad allentare un po' la concentrazione di Jannik. Dopo aver perso il primo set, il campione serbo ha iniziato ad accelerare le procedure per il servizio facendosi dare velocemente le palline dai raccattapalle invitati anche a fare più in fretta. Ricorso anche al fisioterapista per un problema muscolare alla base del collo. E poi per chiudere non potevano mancare anche i siparietti con il pubblico. A dirla tutta i tifosi sono stati anche meno rumorosi del solito, considerando che in campo c'era il beniamino di casa.

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Djokovic comunque non ha gradito gli applausi in occasione di un doppio fallo, e così è iniziato il suo classico confronto a distanza. Inviti ad aumentare i decibel, con gesti della mano o dita sulle orecchie. E infine l'apice in occasione di un cambio di campo, quando Nole si è improvvisato maestro d'orchestra accomodandosi in panchina e ha fatto finta di dirigere con le mani i fischi del pubblico di Torino. Una situazione che però ha poi minimizzato al termine del match: "Me lo aspettavo, è l'unico italiano qui e gioca in Italia. C'è molta pubblicità ed è in ottima forma, quindi è normale che la gente volesse che fosse lui il vincitore". 

Applausi dunque per Sinner elogiato da Djokovic in campo e fuori. Ora però bisogna completare la missione perché ancora non c'è la certezza della qualificazione in semifinale. E contro Rune ci vorrà un'altra prova glaciale.

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