Djokovic avverte Sinner e Alcaraz: “Fenomenali, ma devono continuare a vincere per anni”
Novak Djokovic ha giocato, pochi giorni fa, la decima finale a Wimbledon della sua carriera. Un risultato straordinario, ma è stato battuto seccamente da Carlos Alcaraz, che nei primi due set ha passeggiato prima di chiudere tre set a zero. Da più parti. stato evidenziato il cambio della guardia nel tennis maschile, con lo spagnolo e Sinner che hanno vinto i tre Slam del 2024, Jannik il primo. Djokovic, pur essendosi complimentato con Alcaraz sul centrale di Wimbledon, però non ci sta e contesta i discorsi sul cambio generazionale.
Djokovic parla dei successi di Sinner e Alcaraz
L'ex numero 1 del mondo è tornato prepotentemente in scena. Nell'arco di un mese è passato da un'operazione al menisco alla finale di Wimbledon. Qualcosa di clamoroso. La finale l'ha persa, ha masticato amaro, ma ha mostrato ancora una volta una tempra, un carattere da leone. Djokovic, poi, si è trovato a rispondere a delle domande riguardanti i suoi rivali principali e al cambio generazionale, un tema molto caro ad alcuni commentatori ma che al serbo fa venire l'orticaria.
Djokovic ha reso merito sia a Sinner che ad Alcaraz: "I risultati di Carlos meritano di essere descritti come quelli di un cambio generazionale da parte sua. Jannik pure sta facendo altrettanto bene quest’anno", ma il confronto va fatto sul lungo periodo. Quanto hanno fatto lui, Nadal e Federer è stato qualcosa di mostruoso e per questo ai suoi due rivali attuali manda a dire che: "Questi risultati vanno confermati nel tempo".
"Non c'è il cambio generazionale", forse è un messaggio per Kyrgios
Poi una stilettata a chi parla troppo, e lo fa a vanvera: "Ci sono persone che non si sono nemmeno avvicinate alla vittoria dei titoli del Grande Slam che fanno queste affermazioni. In ogni caso, le parole vengono spazzate via dal vento". Chissà se il riferimento era pure per Nick Kyrgios, l'australiano finalista due anni fa a Wimbledon, che aveva parlato su ‘X' proprio di cambio generazionale.