Djokovic: “A volte mi vergogno di me stesso per i pensieri che mi vengono in mente”
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Novak Djokovic compirà 38 anni il prossimo 22 maggio e lo farà su un campo da tennis, preparandosi come un dannato per il Roland Garros che inizierà tre giorni dopo. Ovviamente con l'obiettivo di vincerlo, a dispetto dell'età, degli acciacchi, di chi ormai non crede più che il campione serbo possa rimpolpare il suo mostruoso record di tornei del Grande Slam vinti (24 in 37 finali giocate). Per capire bene chi sia tuttora Djokovic e la percezione che ha di sé basta sentire cosa dice dell'Australian Open che lo ha visto ritirarsi in semifinale contro Zverev per infortunio: "Sono rimasto un po' sorpreso da quante persone abbiano considerato un successo il mio raggiungimento delle semifinali, per me non è quello che cercavo e di cui potrei essere soddisfatto". Nole spiega che l'infortunio muscolare è alle spalle e svela che a volte si vergogna di quello che fa in campo e dei pensieri che gli attraversano la mente.
Djokovic è guarito dall'infortunio muscolare: giocherà Doha con Sinner
Djokovic è a quota 99 per tornei vinti e proverà ad arrivare a 100 la prossima settimana all'ATP 500 di Doha, torneo che vedrà anche il rientro di Jannik Sinner dopo il trionfo di Melbourne: "Non c'è più alcuna rottura nel muscolo – spiega riguardo all'infortunio alla coscia – la lesione è guarita quasi al cento per cento. Ho il via libera dell'equipe medica per allenarmi e prepararmi. Il torneo di Doha è in programma ormai tra qualche giorno, quindi mi attengo al programma. Grazie a Dio sono riuscito a riprendermi in fretta. Ultimamente ho avuto più infortuni rispetto ai primi 15 anni della mia carriera. Probabilmente è un problema che si presenta con l'età, ma il mio corpo mi ascolta ancora, la fiamma e il desiderio di realizzazione e di nuovi traguardi ardono ancora dentro di me. Ecco perché spero di avere successo, sia la prossima settimana a Doha che per il resto della stagione".
![Djokovic si ritira in semifinale all'Australian Open dopo aver perso il primo set con Zverev](https://staticfanpage.akamaized.net/wp-content/uploads/sites/27/2025/02/djokovic-zverev.jpg)
Djokovic lancia il guanto di sfida a Sinner e agli altri giovani campioni del tennis mondiali, lui non continua a lavorare, soffrire e giocare per partecipare, ma solo per vincere: "Mi do sempre grandi possibilità, non posso essere immodesto. Sono ottimista quando c'è qualcuno dall'altra parte della rete e questa è una cosa che ha sempre caratterizzato la mia carriera e mi ha portato ai vertici dello sport. Quindi dico immodestamente, penso che con il tipo di gioco che ho espresso nella vittoria dei quarti di finale contro Alcaraz, avrei avuto buone possibilità contro Zverev in semifinale e se fossi stato in salute poi contro Sinner… Ormai è il passato, penso che le partite e il livello di tennis che ho raggiunto in Australia siano promettenti per il prosieguo della stagione. Spero che il 100° titolo possa arrivare a Doha ora, lo inseguo da molto tempo. Grazie a Dio, so che verrà, vedremo quando e dove. Per quanto riguarda il Grande Slam, è una sfida più grande, un'impresa più difficile, ma credo di potercela fare: se non credessi di poter competere a quel livello con i migliori tennisti del mondo, non gareggerei più. Penso di aver dimostrato con la mia vittoria contro Alcaraz all'Australian Open che posso ancora competere per i trofei più importanti".
"In campo mi vergogno di me stesso, per come mi sto comportando e per i pensieri che mi vengono in mente"
Se qualcuno si chiede perché uno che ha vinto tutto ed è ben piazzato nella discussione per essere considerato il tennista più forte di tutti i tempi continua a fare sacrifici pazzeschi quasi a 40 anni, con un corpo usuratissimo da mille battaglie, Djokovic spiega come funziona nella sua testa ed è lì che parla anche di quella vergogna che talora lo coglie: "Molti intorno a me si chiedono perché continuo a fare questo quando ho già ottenuto tutto quello che potevo nel tennis. Principalmente perché amo il tennis e lo sport. In secondo luogo, c'è anche il fatto che penso che il tennis sia il campo in cui mi sviluppo di più come persona, per quanto possa sembrare strano, ma sul campo da tennis durante una partita provo un milione di emozioni, alcune delle più belle, altre delle peggiori, e poi dubbi, critiche, estasi, piacere, rabbia, furia, tutto il resto… E in quelle poche ore a volte mi vergogno persino di me stesso per quello che sto attraversando e per come mi sto comportando, d'altra parte per i pensieri che mi vengono in mente".
![La carica agonistica inestinguibile di Djokovic: 20 anni di carriera e trionfi tutti così](https://staticfanpage.akamaized.net/wp-content/uploads/sites/27/2025/02/djokovic-9.jpg)
"In ogni caso, sono orgoglioso di poter vivere tutto questo in modo umano e sportivo e di poter dare una mano al mio avversario, indipendentemente dal fatto che io vinca o perda – spiega Djokovic a Vijesti – Penso che questi siano i valori che trasmette lo sport e il motivo per cui le persone si identificano con gli atleti. Soprattutto negli sport individuali, dove per battere l'avversario dall'altra parte della rete devi prima battere te stesso. Queste sono tutte lezioni di vita che sto vivendo e, in secondo luogo, sento davvero che attraverso la mia carriera da tennista professionista, continuo a ispirare le generazioni più giovani a dedicarsi al tenns, non solo qui, ma anche in tutto il mondo. Questo è ciò che mi spinge, ciò che mi dà davvero forza, la posizione privilegiata e lo status che ho".
Djokovic sceglie Alcaraz come erede dei Big Three per carisma
Djokovic si spertica in elogi per Carlos Alcaraz, mentre non dice nulla di Sinner: "Chi ha il carisma mio, di Federer e Nadal? Quando parliamo di carisma, Alcaraz si distingue non solo per le sue partite, i suoi successi e i suoi risultati eccezionali nonostante la sua giovane età, ma anche per il suo carisma, per il suo fairplay e per la sua gentilezza con tutti. E quando perde, lo fa con il sorriso, il che è davvero impressionante per un ragazzo così giovane che non ha molta esperienza, ma si comporta come se fosse nel tour da 10 anni o più. Penso che il motivo di tutto questo sia la sua corretta educazione, il suo ambiente, il suo allenatore Juan Carlos Ferrero, ex numero uno e campione del Grande Slam che gli ha trasmesso fin da piccolo cosa significa essere un atleta, non solo in termini di rendimento nei tornei, raggiungimento dei risultati e perseveranza, ma anche quali sono i valori e i principi sportivi che vanno promossi e coltivati, trasmessi e che servono da stella polare per le giovani generazioni che seguono il tennis e che vorrebbero un giorno raggiungere i loro obiettivi".
![Djokovic indica Alcaraz e non Sinner come erede dei Big Three per carisma](https://staticfanpage.akamaized.net/wp-content/uploads/sites/27/2025/02/djokovic-sinner-alcaraz.jpg)
Per Djokovic la stagnazione non esiste, si va avanti o indietro: "O si progredisce o si regredisce, almeno io ho sempre fatto le cose con la massima dedizione, al cento per cento quando si tratta di tennis. Per questo ho sempre avuto il sostegno delle persone più importanti per me nella mia vita, anche se questo comporta delle conseguenze e incide sui rapporti in famiglia e con gli amici. In quel contesto bisogna fare molti sacrifici". Si era capito Nole…