Daniil Medvedev: “Prendo 10 integratori al giorno. Se non lo facessi morirei su un campo da tennis”

La sconfitta e l'eliminazione al Miami Open ha reso più complicata la stagione di Daniil Medvedev. Fuori al secondo turno del Masters 1000 in Florida per mano di Jaume Munar, l'esito del campo ha confermato le difficoltà del tennista che due anni fa, prima che esplodesse Jannik Sinner (che addirittura sbeffeggiò mimando uno sbadiglio), era in cima al ranking mentre oggi, complice la sequenza di risultati negativi, è fuori addirittura dalla Top 10. Il russo paga un periodo di appannamento al quale ha provato a porre rimedio anche ricorrendo all'uso di integratori perfettamente legali, necessari per tenere sempre alto lo standard di competitività a livelli così intensi per i tornei in calendario. Ma l'assunzione di sostanze gli provoca ansia: "Ditemi pure che sono paranoico, forse spaventato".
Perché è così angosciato? Le recenti squalifiche del campione alto-atesino (sospeso per 3 mesi dopo un accordo con la Wada per la vicenda Clostebol) e di Iga Swiatek (una delle più forti nel circuito Wta), entrambi protagonisti di casi clamorosi di contaminazione, hanno generato in Medvedev inquietudine per ciò che prende. Non ingerisce qualcosa di illecito ma preparati molto comuni e utilizzati da tutti gli sportivi per compensare carenze alimentari o cali di energie dovuti allo sforzo fisico. Eppure, per quanto si tratti di composti conformi alla normativa, di dice molto preoccupato delle conseguenze.

"Nella vita di tutti i giorni – ha ammesso in un'intervista a The National News -, quando sei malato magari mandi giù un paracetamolo e stai meglio. Nel tennis, quando ti ammali e hai un match il giorno dopo, provi a prendere vitamina C, vitamina D, vitamina B… tutto ciò che può aiutarti a recuperare. Ma non si sa mai cosa può succedere… perché non puoi mai sapere veramente se quello che stai assumendo è contaminato. e questa cosa mi fa paura visto che oggi morirei in campo se non prendessi integratori".
La riflessione di Medvedev trova riscontro (tanto per citare un esempio tangibile) in un episodio accaduto nel 2023, durante la finale molto tirata del torneo di Cincinnati tra Djokovic e Alcaraz. A un certo punto, in occasione di una pausa e di un cambio di campo nell'arco di una sfida che durò quasi 4 ore, il campione serbo, resosi conto di non averne sotto mano in postazione, si voltò verso lo staff e urlò: "Creatina! Creatina!". Chiedeva con enfasi un astuccio proteico che lo aiutasse a rigenerarsi subito. È uno dei tanti integratori consumati dai tennisti oltre alle bevande isotoniche che agevolano il ripristino celere di liquidi e sali minerali persi con il sudore.
Nulla di scandaloso o di cui vergognarsi, eppure Medvedev non si sente tranquillo. "Tutti prendiamo proteine, come chi assume creatina, BCAA, omega-3. Poi penso che un tizio in un laboratorio, e non so nemmeno dove vengano prodotti, può fare un errore e contaminare quei preparati. Per una persona normale questa cosa non ha importanza. Ma a uno sportivo può rovinare la vita. Quindi sì, questa situazione mi condiziona e mi porta un po' di stress".
Chiare al riguardo anche le parole di Aryna Sabalenka, numero uno al mondo in ambito femminile. "Il sistema attuale non mi trasmette fiducia – ha aggiunto la bielorussa -. E mi fa tanto più paura quando penso a cosa è successo a Iga e a Jannik. Non credo proprio che abbiano fatto qualcosa di illecito, ma credo che si debba prestare molta attenzione a tutto ciò che ci circonda".