Dalla vittoria su Federer alla decisione di andare in guerra: “Torno in Ucraina per combattere”
Ci sono dei momenti nelle nostre vite in cui le scelte che facciamo ci definiscono come uomini, disegnano i contorni nitidi di quello che siamo. Sono dei bivi ineludibili, di fronte ai quali dobbiamo fare delle scelte. Sergiy Stakhovsky non ce l'ha fatta a restare lontano dalla sua Ucraina martoriata dall'attacco della Russia e ha deciso che il suo posto nel mondo è lì. Nella sua patria, adesso.
Il tennista ucraino, ex numero 31 in classifica, che nel 2013 riuscì nell'impresa di battere Roger Federer a Wimbledon, tornerà a casa per combattere. Fianco a fianco con i suoi cari che sono ancora lì, scegliendo da uomo libero e benestante di mollare tutto quello che ha costruito in questi anni per andare ad abbracciare lo stesso destino di soldati, donne, bambini martellati dalle bombe russe.
Stakhovsky sa che stare oggi in Ucraina assottiglia il confine tra la vita e la morte fino a renderlo un tiro di dadi, ma quello che ha nel cuore si percepisce bene nel video dell'intervista con Sky UK in cui annuncia la sua decisione: "Combattere è l'unico motivo per cui sto cercando di tornare. Mi sono iscritto ai riservisti dell'esercito la scorsa settimana. Non ho esperienza militare, ma ho esperienza con una pistola privatamente. Mio padre e mio fratello sono chirurghi, sono stressati, parlo spesso con loro: dormono nel seminterrato. Nessuno di noi credeva che questo potesse accadere, eppure è successo".
Il 36enne di Kiev – che in carriera ha vinto quattro tornei ATP – si è ritirato dal tennis professionistico solo poche settimane fa e dunque potrebbe a breve impugnare un'arma al posto della racchetta. Quando le forze di Putin hanno invaso l'Ucraina, si trovava in vacanza con la sua famiglia. Adesso metterà prima al sicuro moglie e figli in Ungheria, poi tornerà a casa per fare quello che ritiene giusto.
Stakhovsky nel corso dell'intervista spesso è costretto a interrompersi, quando l'emozione prende il sopravvento. "Siamo realistici: in otto anni di guerra con la Russia, dove sono stati tutti? – è la sua denuncia – Nessuno dei leader europei o del mondo è pronto a combattere in Ucraina per un'Europa migliore in futuro. Perché una volta che l'Ucraina sarà persa, noi comunque resisteremo. Ma siamo realistici, la Russia è un Paese di 140 milioni di abitanti che si estende dall'Europa fino all'Alaska, sarà molto difficile resistere così tanto".