Da quando Sinner ha vomitato in campo la sua vita e il tennis mondiale non sono stati più gli stessi
Jannik Sinner in finale agli Australian Open è dirompente. Devastante, perché è alla prima finale di uno Slam in carriera. Fatale, perché ha battuto Novak Djokovic che aveva fatto della Rod Laver Arena il proprio giardino di casa e ha abdicato dopo essersi accomodato sul trono per ben sei edizioni.
Questa volta, non gli è bastato il raccoglimento sull'albero preferito che si trova nel giardino botanico di Melbourne e sul quale si arrampica per entrare in contatto con la natura. Finora gli ha portato fortuna, è lui stesso ad averne parlato.
Adesso lo aiuterà a meditare su una sconfitta che brucia e fa male per come è maturata e perché l'italiano non è più (solo) il ragazzo 16enne di talento al quale dare consigli, ma l'allievo che ha mostrato al maestro di poterlo superare. Di averlo superato, com'era accaduto anche nei mesi scorsi sia in Coppa Davis sia alle Atp Finals di Torino nel girone di qualificazione (salvo cedere in finale).
Almeno in campo è così: ha abbattuto un totem. Perché cambi tutto anche al vertice della classifica Atp occorrono ancora un po' di vittorie e la pazienza del ragno che aspetta di prenderli tutti nella sua rete. L'alto-atesino lo ha già fatto vincendo contro tutti quelli che ha dinanzi a sé in graduatoria.
Se poi riesce a sollevare anche il trofeo dello Slam in Australia… Domenica si vedrà: sarebbe l'apoteosi di un periodo felice iniziato dopo il malore e il vomito durante la partita contro Dimitrov a Pechino. Fu colpa dell'alimentazione, gli provocò quel malessere. La curiosa coincidenza è che da allora è come se avesse cambiato marcia e con lui anche il trend del tennis mondiale.
Ma quel momento ha segnato – per una strana contingenza di sorte ed eventi favorevoli – una specie di linea spartiacque della carriera che ha subito un'impennata e il tennis internazionale ha preso un'altra direzione.
I numeri di Sinner lo confermano: 24 vittorie e 3 sconfitte (88.8% di successi nei match giocati); 11 vittorie a 1 nelle sfide disputate contro i primi 10 al mondo; 3 vittorie su Djokovic; trionfo a Pechino e poi a Vienna contro Medvedev; è stato finalista alle Nitto Finals di Torino superando Rune; ha trionfato in Coppa Davis; ha fatto proprio il duello contro Djokovic mettendo le mani sulla prima finale importante. Magari metterà anche la ciliegina sulla torta e ne mangerà una fetta, gustandola fino in fondo. Senza il rischio di sentirsi male.