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“Da non vaccinato le cose cambiano”: così è nato il divorzio tra Djokovic e l’allenatore

Marian Vajda ha spiegato i motivi della separazione da Novak Djokovic. Alla base della scelta, anche la sua condizione di non vaccinato che lo costringe a dover saltare alcuni tornei.
A cura di Marco Beltrami
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Finalmente è arrivata una buona notizia per Novak Djokovic. Il tennista serbo ha ricevuto il via libera per la partecipazione al prossimo Slam, il Roland Garros, dopo che in Francia sono cambiate le regole sul Green Pass Vaccinale. Un raggio di sole per Nole dopo l'esclusione dall'Australia, il tonfo a Dubai con annessa perdita del primo posto nel ranking ATP per mano di Medvedev e l'ufficializzazione della separazione dal suo storico coach Marjan Vajda. Entrambi hanno formalizzato il divorzio, con un post celebrativo sui social ringraziandosi a vicenda. Quali sono i motivi che hanno portato a questa divisione consensuale? L'ultima intervista dell'allenatore slovacco, offre qualche dettaglio in più.

Dopo quella tra Sinner e Piatti dunque ecco un nuovo sorprendente divorzio, ancor più clamoroso, nel panorama tennistico internazionale. Djokovic e Vajda si sono salutati, con Novak che ora continuerà a lavorare con lo staff composto da coach Goran Ivanisevic , dai fisioterapisti Ulises Badio e Miljan Amanovic , e dal preparatore fisico Marco Panichi. Per il suo ex allenatore è tempo di riposarsi e stare a casa, dopo anni in viaggio in giro per il mondo al seguito del suo pupillo. In un'intervista ai connazionali di Sport.sk, Vajda però ha già preannunciato che il suo periodo di stop non durerà a lungo, pronto così per una nuova avventura professionale.

Nel frattempo però è ancora caldissimo l'argomento legato alla fine del rapporto professionale con Novak Djokovic. Anche per questo Vajda ha spiegato come sono andate le cose e perché si è arrivati alla separazione: "Le cose non andavano bene da luglio. Agli US Open aveva esaurito le forze dopo l'usura dei Giochi Olimpici. Non ero favorevole alla sua partecipazione ai Giochi, i tempi erano ristretti con poco tempo per la preparazione e il grande sforzo mentale e fisico. Ho capito il suo obiettivo ovviamente di regalare l'oro alla Serbia. È stato allora che abbiamo iniziato a separarci ".

Anche la questione del mancato vaccino, con annessa esclusione in Australia e prospettiva di non giocare tutti i tornei ha contribuito alla decisione. Con meno partite da giocare, Djokovic ha deciso di ridurre anche il suo staff: "E poi è arrivata la questione del suo rifiuto di vaccinarsi. Non giocherebbe molti tornei da giocatore non vaccinato e ha già una squadra potente con Goran Ivanisevic . Dopo aver valutato tutte le circostanze, abbiamo deciso di comune accordo di porre fine alla nostra collaborazione professionale".

Nessun problema dunque tra i due, stando alle dichiarazioni dell'ex coach anche se a creare un po' d'imbarazzo è stata la gestione della vicenda. L'allenatore e il suo ex allievo avrebbero voluto che le cose andassero diversamente: "Ci siamo messi d'accordo ufficialmente dopo le ATP Finals di Torino, anche se le cose non erano andate bene prima dopo la finale degli US Open contro Medvedev. Mi aveva promesso che sarebbe venuto a Bratislava per parlare con me e che in qualche modo avremmo fatto finire tutto bene. Alla fine però le cose si sono complicate e mi ha invitato a Torino dove abbiamo chiuso. Non è stato rispettoso che la decisione sia stata annunciata dopo un dicembre burrascoso con la decisione sbagliata di andare in Australia. Ma un giornalista l'ha scoperto e pubblicato e quindi abbiamo dovuto rilasciare una dichiarazione congiunta".

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