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Da ‘Circoletto rosso’ al ‘Mio personalissimo cartellino’: le frasi memorabili di Rino Tommasi

Rino Tommasi è entrato nella vita degli appassionati di sport anche grazie a una serie di espressioni e di termini che ha coniato e che fanno parte dell’uso comune.
A cura di Alessio Morra
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Rino Tommasi è stato un giornalista straordinario. In genere gli elogi si sperticano per chi non c'è più, ma mai come questo caso è tutto vero. Perché Tommasi è stato un precursore, letteralmente era avanti. Non aveva paura di esprimere il suo pensiero, lo faceva sempre con modi netti, ma sempre con garbo, ha allevato fiotti di giornalisti, in modo diretto o indiretto. In tanti oggi lo ricordano, sui social gli omaggi arrivano a decine, in tanti lo ricordavano già e lo ricorderanno in futuro per le espressioni che ha coniato nelle sue telecronache, che fanno anche parte della vita vera degli appassionati che lo hanno seguito con attenzione e passione per anni.

Le espressioni di tendenza di Tommasi

Giornalista, telecronista, impresario di boxe. Tommasi è stato l'uomo che ha portato lo sport su Canale 5, una cosa non banale, perché fino a quel momento lo sport si poteva seguire solo sulla Rai, ed è stato anche l'uomo che ha creato con Clerici uno stile praticamente unico nelle telecronache – stile che in realtà è per pochi eletti. Tommasi ha usato delle espressioni che sono entrate a far parte dell'uso comune, non solo nell'ambito sportivo o ancor più specifico del tennis.

Sono davvero tante le tendenze lessicali, le espressioni e talvolta dei neologismi che con Tommasi sono diventati popolarissimi, oggi si direbbe di tendenza. Trend forti, fortissimi. Una sfilza di espressioni. Due vengono subito alla mente. Una è per il tennis, l'altra per la boxe.

Il circoletto rosso

La prima è ‘circoletto rosso‘, espressione che veniva utilizzata quando si celebrava un gran punto. Un punto di rara bellezza. Questa espressione nacque perché Tommasi commentando in diretta le partite aveva bisogno di ricordare i punti più belli di un incontro, punti o meglio prodezze che sarebbero stati riproposti nei programmi successivi, della sera o del giorno seguente. E con quei circoletti facilitava il lavoro dei suoi collaboratori. L'espressione ‘circoletto rosso' spesso è stata usata in quest'ultimo per Jannik Sinner.

Il mio personalissimo cartellino

L'altra è ‘il mio personalissimo cartellino‘. E qui si parla di boxe. Tommasi ha sempre espresso le sue opinioni in modo corretto e netto, e quando commentava gli incontri di pugilato usava aggiornare i telespettatori sull'esito dell'incontro che – per chi forse non lo sa in caso di parità – si decide ai punti, segnati su un cartellino. Quindi quando c'era una parità Rino diceva: "Sul mio personalissimo cartellino vince". Quell'espressione pure ovviamente ha poi abbracciato vari ambiti.

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La Veronica di Panatta

Ma chi segue il tennis ricorda bene che fui lui a coniare il termine ‘Veronica' per definire una volée alta di rovescio, espressione presa dalla Corrida. E chi ricorda ciò rammenta anche che spesso aggiungeva, parlando in particolare con Clerici: "Panatta non mi ha mai ringraziato per quella espressione".

Palla calante volée perdente

Oggi per indicare un doppio break (in particolare sul 3-0 o 4-1) si usa la parola pesante, e lì è stato sempre Tommasi il precursore. E come non ricordare l'aggettivo periodico per definire un punteggio identico (6-4 6-4 6-4), al quale si poteva aggiungere basso (6-2 6-2) o alto (7-6 7-6). Senza dimenticare il punteggio ‘isoscele' (6-1 7-5 6-1).

E come non ricordare frasi anche taglienti come ‘chiamato a rete mostra le umili origini', per indicare giocatori con scarse abilità che una volta a rete facevano danni. O anche ‘ricamo' per una volée elegante o ‘benedizione' per una chiusura semplice. Coniò anche il termine ‘mini-break' per il tie-break. Come non dimenticare: "Palla calante, volée perdente" e "Buttala di là, non sai mai se poi ritorna", citando il maestro Migliarini.

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"Così si gioca solo in paradiso"

Ma anche frasi filosofiche come “Lo sport è il ritratto della vita, ti insegna a vincere ed a perdere” o anche: "I pronostici non li sbaglia solo chi non li fa". Era sincero, non si nascondeva. Quando c'era da commentare un incontro magari di livello non altissimo usava dire: "Non sono sempre pernici".

Eh, no, non lo sono sempre, d'altronde sempre usando le sue parole: "Noi non siamo qui per vendere tappeti". E va ricordato anche il: "Così si gioca solo in paradiso", frase pronunciata in occasione di una partita dei quarti di finale degli US Open 2001 tra Pete Sampras e Andre Agassi.

Memoria formidabile e tanta competenza, Clerici lo chiamava ‘ComputeRino', lui a Gianni lo chiamava il ‘Dottor Divago'. Oltre alle frasi memorabili si ricorda, sempre in abbinamento con Clerici, ‘Bongo Bongo' che cantavano quando iniziavano il commento degli Australian Open, che inizieranno tra qualche giorno.

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