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Cosa succede ad Alcaraz, irriconoscibile dopo Wimbledon: “Sembra non gliene freghi niente”

Carlos Alcaraz non vince titoli da sette mesi. Agli Australian Open è stato sconfitto da Zverev nei quarti, un ko che allunga il periodo particolare dello spagnolo criticato anche da Panatta: “Deve decidere che giocatore è. In campo ride, non è solido come Sinner”.
A cura di Alessio Morra
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Tre dei primi quattro tennisti della classifica ATP si sono qualificati per le semifinali del torneo maschile degli Australian Open. Il primo a riuscirci era stato Djokovic, poi lo ha emulato Sinner. Il giorno seguente dopo una battaglia si è aggregato Medvedev, all'appello è mancato Alcaraz sconfitto in quattro set da Zverev. Una sconfitta che ci può stare, ma che acuisce il periodo senza vittorie dello spagnolo che non vince da Wimbledon ed è stato anche punzecchiato da Adriano Panatta.

Non si può dire che Alcaraz sia svanito o sia evaporato perché non è assolutamente vero. Ma è chiaro che c'è qualcosa che non va. Perché lo spagnolo non vince più titoli da Wimbledon, e cioè da sette mesi. Era il 16 luglio quando Carlos batté in cinque set Novak Djokovic in una partita leggendaria e grazie a quel successo si consacrò in modo definitivo – vinse il secondo Slam della carriera ed impedì il Grande Slam al serbo.

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Da quel momento, però, non è riuscito più a vincere un torneo. Strano per uno come lui, ma certamente non sorprendente. Si ripresentò alle gare all'Open del Canada, forse avrebbe dovuto saltarlo. Perse ai quarti. Poi volò a Cincinnati, dove disputò una finale meravigliosa contro Novak Djokovic, che si impose con il punteggio di 5-7 7-6 7-6 in quattro ore di gioco. Infine semifinale agli US Open, ko con Medvedev. Tanta sostanza nell'estate sul cemento, ma senza titoli. Ci può stare considerato anche il livello degli avversari.

Autunno di basso livello. Gran match perso a Pechino con Sinner in semifinale, poi ottavi a Shanghai (ko con Dimitrov) e primo turno con Safiullin (il punto più basso) a Parigi Bercy. Prima delle Finals, semifinale, sì, ma con una sconfitta nettissima contro Djokovic. Il fisico è un punto di forza, ma gli infortuni sono stati già tanti. Quindi è probabile che Alcaraz stia spingendo meno negli allenamenti forse per preservarsi per la fase più calda della stagione (Roland Garros, Wimbledon, Olimpiadi).

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Ma il piatto piange. A Melbourne non ha giocato male in avvio, ma ha perso ai quarti contro un eccellente Zverev che nel 2024 è imbattuto. In Australia aveva un'ulteriore attenuante. Perché non era con lui il suo coach Juan Carlos Ferrero, che ha subito un intervento e non lo ha seguito agli Australian Open. Difficile immaginarlo in calo definitivo. Anzi, è più facile rivederlo al top tra qualche settimana o al massimo fra qualche mese. In fondo, il paragone con Nadal è sempre presente. E quante volte Rafa è andato in letargo di successi tra l'autunno e l'inverno ed è poi tornato a dominare.

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Intanto Alcaraz è stato criticato da Adriano Panatta, leggenda del tennis italiano, che nel podcast ‘La Telefonata' nella puntata ‘La ribollita' ha commentato l'eliminazione di Alcaraz che vede dietro rispetto a Sinner: "Alcaraz non si è evoluto, ma si è involuto. Ha un atteggiamento in campo abbastanza bizzarro. Non lo vedo determinato come due anni fa: ride, scherza, sembra che non gliene frega niente. Non so cosa abbia questo ragazzo, ma secondo me lui deve ancora decidere che tipo di giocatore lui è. A livello di testa è indietro. Sinner è un’altra categoria ed è della stessa pasta di Djokovic". 

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