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Cosa succede a Sinner dopo il ricorso della WADA per il caso Clostebol e cosa rischia

L’Agenzia mondiale anti-doping ha presentato ricorso al TAS per il caso Sinner: quali sono gli scenari per il tennista italiano, e cosa succede adesso.
A cura di Marco Beltrami
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Cosa succede ora dopo il ricorso da parte della WADA, al Tribunale Arbitrale dello Sport di Losanna per il "caso Sinner"? Questa la domanda che in tantissimi si stanno ponendo, dopo il comunicato ufficiale dell'Agenzia mondiale anti-doping che non fa scorrere dunque i titoli di coda sulla vicenda della positività al Clostebol del tennista italiano, numero uno al mondo che è impegnato nel frattempo nel torneo di Pechino.

Mentre dunque Sinner era in campo contro Safiullin ecco che la WADA ha formalizzato e spiegato in poche righe i motivi del ricorso. In pratica l'Agenzia ritiene che quanto stabilito dal tribunale indipendente della International Tennis Integrity Agency (ITIA), ovvero "la conclusione di nessuna colpa o negligenza", non sia corretta ai sensi delle norme applicabili. Ecco allora la necessità di sottoporre la questione all'organismo giudiziario con sede a Losanna, in Svizzera.

Cos'è il TAS e da chi è composto

Il TAS è un'istituzione che dal 1994 è indipendente e rappresenta una sorta di Corte Suprema mondiale nell’ambito del diritto sportivo. Questo tribunale è composto da 300 arbitri provenienti da 87 paesi, scelti tra le personalità di più alto profilo nel mondo del diritto sportivo e dell’arbitrato internazionale.ù

Perché la WADA ha deciso di presentare ricorso

Ma perché la WADA ritiene che "la conclusione di nessuna colpa o negligenza, non sia corretta ai sensi delle norme applicabili"? Il codice sportivo anti-doping prevede all'articolo 2.1.1: "È responsabilità personale dell'atleta assicurarsi di non assumere alcuna sostanza proibita. Gli atleti sono responsabili di qualsiasi sostanza proibita o dei suoi metaboliti o markers riscontrati nei propri campioni biologici". "Di conseguenza, ai fini dell'accertamento della violazione dell'articolo 2.1 non è necessario dimostrare il dolo, la colpa, la negligenza o l'uso consapevole da parte dell'atleta". Rilevante è la circostanza che non sia richiesto un quantitativo minimo di sostanza ai fini dell'integrazione della fattispecie: "Costituisce violazione della normativa antidoping la presenza nel campione biologico dell'atleta di qualsiasi quantità di sostanza proibita o dei suoi metaboliti o markers" (art. 2.1.3).

Se non vi sono dubbi sulla squalifica dei risultati individuali e dei relativi premi ottenuti da Sinner nel corso della competizione in cui la violazione alle norme antidoping è stata accertata (Indian Wells), controversa è invece la questione relativa alla squalifica da uno a due anni richiesta dalla WADA.

Dirimente sembrerebbe essere la qualificazione del "caso Sinner", e del comportamento tenuto dall'atleta e dal suo team, nella fattispecie della "assenza di colpa o negligenza" – che esclude l'applicazione di un periodo di squalifica (art. 11.5) – o nella diversa fattispecie di "assenza di colpa o negligenza significativa", la quale prevede invece un periodo di squalifica variamente modulato a seconda del grado di colpa dell'atleta o di altra persona (art. 11.6)

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Cosa succede ora a Sinner dopo il ricorso della WADA al TAS sul caso Sinner

Jannik Sinner può continuare a giocare fino all'esito del ricorso e non dovrà dunque fermarsi preventivamente. Il tennista italiano sarà in campo sia nel circuito ATP che in Coppa Davis fino a quando la vicenda non sarà chiusa. Ad operare per lui nelle stanze dei bottoni saranno dunque i suoi legali. Si può dire che da un certo punto di vista per il numero uno al mondo non cambia niente e cambia tutto: se non dovrà modificare la sua routine professionistica, d'altro canto dovrà fare i conti con questa spada di Damocle dell'attesa del verdetto. Una pressione notevole sulle sue spalle.

Quando arriverà l'esito del ricorso della WADA al TAS su Sinner

Le tempistiche per l'esito del ricorso della WADA al TAS per la vicenda di Jannik Sinner potrebbero anche essere lunghe. Ci sono stati infatti alcuni precedenti, sempre legati al Clostebol durati diversi mesi, tra i 5 o i 6, prima dell'arrivo della sentenza. Ovviamente tutto potrebbe ridursi nel caso in cui le cose dovessero precedere velocemente senza eccessivi approfondimenti delle parti coinvolte. La sensazione è che comunque prima dei 3 mesi potrebbe essere molto difficile saperne di più

Cosa rischia Sinner dopo il ricorso della WADA al TAS

Come spiegato nel comunicato della WADA, è stato chiesto per Sinner un periodo di sospensione di uno o due anni. Nella peggiore delle ipotesi, in caso di mancata assoluzione dunque, Jannik dovrebbe fermarsi per 24 mesi, questo se venisse riscontrata un'assunzione involontaria ma con negligenza. In caso di riscontro di attenuanti, invece ci sarebbe un dimezzamento della pena da scontare. Nel frattempo però non sono state richieste finora squalifiche di risultati fino ad oggi con la conferma solo il verdetto del tribunale indipendente con la cancellazione dei punti e dei premi di Indian Wells per responsabilità oggettiva.

I precedenti del caso Sinner

Un precedente importante è quello del calciatore dell'Atalanta Palomino che venne trovato positivo a quantità di Clostebol dieci volte superiori a quelle di Sinner. Il suo caso arrivò al TAS che lo assolse, condannando la NADO, organizzazione nazionale antidoping al pagamento delle spese legali. Un'altra situazione importante è quella del nuotatore brasiliano Gabriel da Silva Santos, che vide la sua pena cancellata completamente. Lui dormì in un letto della casa di suo fratello che aveva utilizzato in precedenza il Clostebol. La chiave della vicenda fu "la confidenza totale dell'atleta nei propri familiari o nel proprio staff più ristretto, ritenendosi al sicuro dai rischi".

Cosa può succedere dopo il ricorso del TAS

Nel caso in cui il TAS dovesse squalificare Sinner, a quel punto il tennista potrebbe fare ricorso al Tribunale Federale Svizzero. Si tratterebbe però di un tentativo, non nel merito ma solo per vizi di forma o irregolarità nell'uniforme applicazione del diritto. Molto raramente ci sono stati dei ribaltoni in passato.

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