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Cosa rischiava Sinner se fosse sceso in campo a Parigi Bercy dopo l’assurda nottata senza dormire

Damiano Fiorucci, preparatore di Lorenzo Musetti, ha spiegato quali sono i pericoli di uno stress psicofisico del genere e perché la fase di preparazione di un match non può prescindere dal rispetto dell’uomo e del tennista.
A cura di Maurizio De Santis
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La decisione di Jannik Sinner di ritirarsi dagli ottavi del torneo di Parigi-Bercy ha sollevato clamore.
La decisione di Jannik Sinner di ritirarsi dagli ottavi del torneo di Parigi-Bercy ha sollevato clamore.

Una decisione saggia. Un segnale forte che arriva dal numero 4 al mondo nel Ranking Atp. La scelta di Jannik Sinner e del suo staff di ritirarsi dal torneo di Parigi-Bercy ha fatto molto rumore. Ma era inevitabile, e in qualche modo annunciata, alla luce della programmazione ‘non umana' di un calendario d'incontri che avrebbe costretto l'azzurro a tornare in campo senza possibilità di riposo né di recupero psico-fisico, col rischio d'incappare in pericolosi infortuni in un momento così importante della stagione.

Non è stato un atto di ribellione ma di buon senso rispetto a lacune nell'organizzazione che sono diventate palesi e hanno sollevato proteste da più parti. La partita vinta contro McDonald era terminata a notte fonda, intorno alle 3. Prima di affrontare De Minaur (intorno alle 17, secondo la scaletta) non avrebbe beneficiato del giusto tempo a disposizione per smaltire tossine e rimettersi in sesto.

"Meno di 12 ore", come ammesso dallo stesso tennista in un post condiviso sui social nel quale, a corredo della notizia del suo forfait, ha voluto chiarire le proprie motivazioni. "Ho finito di giocare alle 3 del mattino e sono andato a letto qualche ora più tardi", ha aggiunto. Cosa vuol dire? Che tra post gara, interviste coi media e la necessità di rifocillarsi non ha poggiato la testa sul cuscino prima delle 5.30/6.00 del mattino.

"Concluso il match – ha spiegato Damiamo Fiorucci, preparatore di Lorenzo Musetti – c'è tutta una routine da esplicare. Al termine della quale, trascorse anche un paio di ore, non è che l'atleta mette la testa sul cuscino e si addormenta subito. Per quanto i massaggi possano incentivare il rilassamento, dopo una gara, soprattutto se di un certo livello, l'adrenalina è difficile da dissolvere così in fretta".

Il tennista azzurro aveva terminato il match contro McDonald a notte fonda.
Il tennista azzurro aveva terminato il match contro McDonald a notte fonda.

Le difficoltà che avrebbe incontrato Sinner ("condivido la scelta del suo team") sono le stesse che avrebbero reso più arduo il cammino di Musetti che agli Internazionali d'Italia concluse la sfida contro Tsitsipas all'1.45 di notte. Fosse uscito vincitore, si sarebbe ritrovato in una situazione molto simile perché a influenzare la scansione degli incontri ci sono esigenze di sponsor e tv che passano su tutto. E queste ultime spesso collidono con  ciò che attiene alla sfera fisica dell'atleta e di avvicinamento a una gara.

"Il warm up, o fase di riscaldamento come si dice in gergo, non è facile da gestire in queste situazioni – ha aggiunto -. L’attivazione fisica spesso inizia e s'interrompe perché il programma può slittare a seconda dei match precedenti. Ma questo è un aspetto che fa parte del gioco… nel senso che un atleta è preparato a una cosa del genere. Sa che che dovrà gestire questa fase".

Altro ancora è quanto capitato a Sinner, considerati aspetti altrettanto importanti in fase di preparazione dopo essere andato a letto all'alba. "C'è quello dell’alimentazione, ovvero trovare il momento migliore per il tennista per mangiare e integrarsi. Poi c'è un altro punto che è altrettanto importante, l'attivazione mentale. La capacità del tennista di concentrarsi e calarsi nel match."

Un tour de force che avrebbe aumentato in via esponenziale il rischio d'incorrere in infortuni. E con le Finals di Torino all'orizzonte (tra il 21 e il 19 novembre), oltre alla Final Eight di Coppa Davis a Malaga, perché correre il pericolo di farsi del male e compromettere una stagione che finora ha regalato grandi soddisfazioni? Sarebbe stato folle.

"Il rischio di infortuni è maggiore – è stata la chiosa di Fiorucci -. Già in partenza il pericolo è alto per una programmazione molto discutibile. Anzi, credo che i tennisti dovrebbero anche farsi sentire un po' di più. Ci sono pochi tempi di recupero, poche settimane per allenarsi e questo fa sì che il numero di infortuni sia destinato ad aumentare. Secondo me la decisione del team Sinner è stata giusta e presa da uno staff di grandi professionaltà".

Il rischio di incorrere in infortuni ha influito sulla scelta del giocatore e del suo staff.
Il rischio di incorrere in infortuni ha influito sulla scelta del giocatore e del suo staff.

A corredo della spiegazione, Fiorucci fornisce anche altri dettagli che aiutano a capire qual è l'alea e a cosa si può andare incontro: "È difficile si riesca a smaltire in un tempo così breve le tossine accumulata dopo uno stress psicofisico importante, questo a prescindere dalle capacità di recupero molto buone che sono proprie di atleti di questo livello e in particolare di Jannik che è uno dei più forti. In un tempo così ristretto è impossibile che il recupero a livello muscolare e articolare sia pieno. Ecco perché in caso di ritorno in campo il rischio d'infortuni è maggiore".

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