Cosa è successo alla donna che ha urlato contro Zverev dopo che la sicurezza l’ha portata via
"L'Australia crede a Olya e Brenda!", quell'urlo ripetuto tre volta a squarciagola, con rabbia, da una donna al termine della finale dell'Australian Open vinta da Jannik Sinner sul tennista tedesco ha sorpreso il 27enne di origini russe, che davvero tutto si aspettava in quel momento tranne che il suo passato gli cadesse nuovamente addosso, quando già era ridotto alle lacrime per la sconfitta. Mentre Zverev si accingeva a parlare al centro della Rod Laver Arena, la spettatrice ha ricordato a tutti – in mondovisione – le pesanti accuse di violenza domestica di cui il numero due al mondo è stato fatto oggetto da due sue ex compagne, accuse per le quali peraltro non ha patito conseguenze né sul piano penale né su quello sportivo (in un caso tuttavia i suoi legali hanno patteggiato un accordo extragiudiziale da centinaia di migliaia di euro). Dopo qualche secondo di sconcerto, nell'impasse di Zverev, la donna è stata portata via dalla sicurezza e quello che le è successo dopo lo ha raccontato il giornalista Ben Rothenberg su Bounces.
Che fine ha fatto la donna che ha contestato Zverev dopo la finale dell'Australian Open
"La donna che aveva urlato le accuse contro Zverev si trovava a due sezioni di distanza da dove si trovano i posti per i media nella Rod Laver Arena – ha scritto Rothenberg – Quando l'ho vista scortare fuori, ho lasciato il mio posto per cercare di trovarla, sperando di scoprire chi fosse e cosa l'avesse spinta a urlare. Volevo anche sapere cosa le stava succedendo a causa del disagio che aveva causato e vedere dove la stava portando lo staff del torneo. La trovai subito, appena dentro l'entrata principale della Rod Laver Arena, circondata da diverse guardie della sicurezza. Non sorprende, dato il suo interesse dichiarato per la questione, che mi abbia riconosciuto quando mi ha visto, e mi abbia chiesto di restare lì vicino per vedere cosa le stava succedendo, dato che sembrava comprensibilmente ansiosa e sopraffatta. Non l'avevo mai vista prima, ma ero comunque impaziente di parlare con lei per saperne di più su di lei e per vedere come l'avrebbe trattata il torneo".
A quel punto la situazione si è fatta tesa e anche il giornalista è stato attenzionato dalla sicurezza, che ha provveduto anche a identificarlo: "Una guardia di sicurezza aggressiva si è messa tra noi e mi ha detto di allontanarmi. Mi ha detto di smettere di scrivere sul mio telefono, e poi mi ha chiesto ripetutamente di allontanarmi sempre di più da questa donna, metro dopo metro. Mi ha chiesto ripetutamente di lasciare l'area di ingresso e tornare ai posti a sedere, ma volevo tenere la donna sotto il mio sguardo finché non avessi saputo quale sarebbe stato il suo destino. Ha anche fotografato il mio accredito e quello di un altro giornalista che è arrivato qualche minuto dopo, e ha segnalato la mia presenza lì alla Federazione australiana".
Arriva la polizia, che poi rilascia la donna: è espulsa dall'impianto
Da lì a poco è arrivata anche la polizia: "Pochi minuti dopo – ha continuato il giornalista – due poliziotti in uniforme sono arrivati e hanno parlato con la donna. Dopo qualche minuto di conversazione, le hanno consegnato i documenti e l'hanno scortata fuori dall'arena. Mentre se ne andava, mi ha detto il suo nome e che sarebbe stata ‘espulsa' dall'impianto. Le ho chiesto di mandarmi un messaggio e lei ha risposto che lo avrebbe fatto. Al momento in cui scrivo non ho ancora ricevuto sue notizie".
Il direttore dell'Australian Open Craig Tiley ha poi dichiarato che non era chiaro se la donna avrebbe dovuto affrontare ulteriori azioni legali per l'interruzione: "In quel momento ha creato problemi ai giocatori e al resto dei tifosi che si stavano godendo la conclusione della finale, è stata giustamente espulsa perché non tolleriamo comportamenti concepiti per creare problemi".
Zverev: "Non ci sono più accuse contro di me, ci crede solo lei"
Quanto a Zverev – che ha sempre negato le accuse di violenza mossegli dalle sue ex compagne Olya Shrypova e Brenda Patea (quest'ultima madre di sua figlia) – ha risposto così alla domanda fattagli nella successiva conferenza stampa sull'accaduto e sulle sue vicende personali: "Qual è la mia risposta alle persone che credono alle accuse di violenza domestica contro di me? Credo che non ci siano più accuse. Non ce ne sono da nove mesi. Penso che fosse l'unica nello stadio a credere a qualcosa in quel momento. Se è così, bene per lei. Penso di aver fatto tutto il possibile e non ho intenzione di riaprire quell'argomento".