Cosa è successo a Sinner prima e durante il sofferto incontro con Rune: perché Jannik è stato male
Jannik Sinner si è sentito male mentre giocava gli ottavi di finale agli Australian Open contro Holger Rune ma non ha spiegato cosa ha avuto né nell'intervista a caldo, subito dopo la vittoria, né nella conferenza stampa successiva. "Non ne voglio parlare", ripete. È stata solo un'indisposizione fisica oppure c'è dell'altro anche a livello emozionale che fiacca energie e tenuta dei nervi? Qualcosa lo ha turbato (e lo turba ancora) e gli ha tolto il sonno? Azzardato anche solo pensarlo, visto che lo stesso giocatore mette le mani avanti: "Zero problemi a riposare. Se non avessi messo la sveglia, avrei continuato a dormire".
In conferenza: "Qualche problema c'è, lo sto affrontando"
Sa solo lui cosa ha provocato la sofferenza a causa della quale ha rischiato grosso contro il danese, perfino di essere costretto al ritiro. E a giudicare da quel che trapela è qualcosa in atto, che vuole tenere per sé e basta. "Non ho infortuni, nulla… ho qualche problema ma lo sto affrontando". La reticenza nel parlare di come s'è sentito ("lo avete visto, ma non voglio entrare nei dettagli") è una cortina invalicabile di privacy dietro la quale si trincera rispetto alle domande sulle sue condizioni di salute. "Chissà cosa gli hanno fatto negli spogliatoi", è la frase velenosa/scivolosa pronunciata Rune che, quanto a provocazioni, non è stato da meno in partita.
Sinner sta meglio, il peggio è passato ma la faccia che ha, per quanto il caldo possa essere stato tremendo da sopportare e l'avversario ostico abbastanza da richiedere uno sforzo maggiore, non è propria di chi ha vinto. Ma di colui che in una circostanza durissima, in cui lotta "contro l'avversario e contro me stesso", sa di averla scampata "con grande esperienza".
Qualcosa del genere gli era successa anche a Wimbledon l'anno scorso, Sinner precisa: "Non c’è alcuna relazione al riguardo. Qui ho riposato, a Londra avevo dormito male la notte precedente (all'epoca della partita con Medvedev non era ancora esploso pubblicamente il caso Clostebol per il quale la Wada ha fatto ricorso). Quell'esperienza mi ha aiutato di gestire meglio tutto il contesto".
Cosa è successo a Sinner, routine pre-match stravolta
"Mi sono alzato e non mi sentivo bene. Capita… tant'è che non ho effettuato nemmeno il riscaldamento". È da questo dettaglio rivelato nel confronto coi media che bisogna partire per ricostruire cosa gli è successo e perché Sinner è apparso molto provato per il malessere. Si aggiunge al corredo accessorio di una giornata particolare scandita da quanto accaduto durante la partita: postura insolita e precaria, espressione e colorito del viso, tremore improvviso e incontrollabile alla mano destra, la pausa medica e il rientro in campo dopo essere rimasto per quasi un quarto d'ora nello spogliatoio, il sorriso appena abbozzato col richiamo al sostegno del pubblico dopo essersi ripreso e aver battuto il danese.
Il campione di San Candido sapeva già a cosa sarebbe andato incontro e per questo, dopo aver manifestato il suo disagio al medico del torneo già in mattinata, d'accordo con il suo staff ha completamente stravolto la personale routine pre-match che è fatta di una serie di comportamenti e di gesti abitudinari fondamentali ("mi danno sicurezza") per lavorare sulla concentrazione. "Abbiamo seguito una procedura alternativa, un programma che non è previsto per una partita da giocare alle 14".
La reazione del campione: "Mi era tornato il colore in faccia"
Borse di ghiaccio applicate su collo e sul viso, sali minerali bevuti per assicurare la migliore idratazione possibile così da contrastare caldo e sole che picchia sono sembrati un palliativo: Sinner è passato dall'esaltazione per lo scambio e il punto più bello del torneo all'angoscia per il momento di grande sofferenza. "Ho pensato a tutto il lavoro fatto per essere arrivato fino a qui, fino a dove sono adesso. Ho giocato bene a tennis ma il fisico non rispondeva, in altre occasioni è successo il contrario… la perfezione non esiste. Non sai mai cosa può accadere in un match da 3 su 5 ma sono molto contento per come ho affrontato la cosa. E sì, devo dire che il precedente di Wimbledon mi è servito".
La sorte non gli ha voltato le spalle, la riparazione della rete che s'è danneggiata in maniera accidentale ha richiesto una pausa ulteriore, provvidenziale per ammissione dello stesso Sinner. "Di solito, se la rete si rompe, non è nella parte bassa – ha concluso -. Stare 20 minuti fuori dal campo mi ha aiutato a recuperare fisicamente. Ho messo dell’acqua fredda sulla testa e, quando sono rientrato mi era tornato il colore in faccia". È finita Jannik, adesso puoi riposare. Per la sfida contro De Minaur c'è ancora un po' di tempo.