Come è nato l’accordo tra Sinner e la Wada per la sospensione di tre mesi: la ricostruzione
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Jannik Sinner nei giorni scorsi ha iniziato il periodo di sospensione. Per tre mesi non giocherà. Il numero 1 ATP ha trovato un accordo con la WADA e resterà fermo fino al 4 maggio, farà in tempo a tornare per gli Internazionali d'Italia. Un accordo che ha generato numerosissime polemiche e che ha prodotto discussioni infinite. La BBC con un'inchiesta approfondita ha svelato i retroscena della trattativa e ha spiegato come le trattative segrete abbiano prodotto lo stop di tre mesi.
Dalla positività al ricorso Wada
L'inchiesta di Laura Scott, di BBC Sport, ha svelato il dietro le quinte. Si parte ovviamente da lontano, marzo 2024. Sinner è positivo al Clostebol, uno steroide anabolizzante vietato. Il caso viene esaminato, non se ne parla fino a quando nel mese di agosto l'ITIA, tribunale indipendente, assolve Sinner riconoscendo che non c'era alcuna intenzionalità di doping, attribuendo la contaminazione, involontaria, al fisioterapista. Stop. Sinner continua a giocare. La Wada impugna la sentenza perché ritiene che il giocatore dovesse essere punito per ‘responsabilità oggettiva', come poi dirà spesso la Wada: ‘l'atleta è responsabile del suo staff'.
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Sinner accetta l'accordo
Il ricorso della Wada doveva essere discusso a metà aprile. Ma le parti trovano un accordo. Wada cerca in un primo momento di negoziare la pena con il ‘case resolution agreement'. Jannik rifiuta. Poi, il 31 gennaio, quando gli avvocati di Sinner presentano la difesa la Wada offre tre mesi di squalifica all'italiano, che però ancora rifiuta. Jamie Singer, uno degli avvocati, lo convince ad accettare. Meglio tre mesi che un anno.
Quest'accordo produce polemiche a iosa. E in molti, anche maliziosamente, si sono chiesti perché la Wada abbia proposto l'accordo. Innanzitutto, sempre secondo il report della BBC, la WADA ha sempre detto e creduto che Sinner non si fosse intenzionalmente dopato, ma voleva punirlo, al tempo stesso, perché voleva ribadire un principio cardine: gli atleti sono responsabili di ciò che entra nel loro corpo, anche erroneamente.
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Il CAS lo spauracchio per Jannik e la Wada
Il rischio era quello di finire al CAS, in quel caso c'erano due scenari ipotetici: assoluzione completa o squalifica di almeno un anno, che sarebbe stata una mazzata tremenda per il giocatore, che invece così può giocare tutte le prove dello Slam. Decisione e tempistica hanno fatto impazzire parte del mondo del tennis, con commenti feroci di una serie di giocatori.