Chi sono i 12 tennisti firmatari del documento anti-Sinner: “Ci sono anche top player, hanno paura”

Chi c'è veramente dietro l'atto di denuncia della Professional Tennis Player's Association? Perché Novak Djokovic, fondatore del sindacato assieme a Vasek Pospisil, non ha messo il suo nome tra i 12 tennisti che hanno citato il "sistema corrotto"? Al netto delle palesi incongruenze emerse dall'analisi dell'esposto, nel quale il caso Jannik Sinner viene eletto a emblema di tutto ciò che non va nel corto-circuito istituzionale provocato dalla gestione "illegale e abusiva" di ATP, WTA, ITF e ITIA, c'è dell'altro che non torna. E rende tutto più fumoso rispetto alla portata del gesto di rottura scandito dalle azioni legali avviate negli Stati Uniti, nel Regno Unito e nell'Unione Europea contro gli organi di governo del movimento.
Se finora s'è parlato solo di rumore dei nemici, adesso i detrattori del numero uno al mondo hanno un volto e un nome anche se – stando alla versione dei fatti raccontata dai firmatari – sarebbero molti di più i giocatori fortemente scontenti: da quelli più perplessi, perché ancora non capiscono cosa è realmente successo, ad altri ostinatamente avversi (Nick Kyrgios ne è il capofila), fino ad altri ancora che avrebbero preferito non uscire allo scoperto perché temono reazioni da parte degli organi ufficiali.
Chi sono i firmatari: "Ci sono anche top player ma hanno paura"
"È importante notare che abbiamo parlato con oltre 300 giocatori prima di presentare la domanda e tutti ci hanno dato grande sostegno – si legge nel dossier – . Inclusi i giocatori migliori. L'ATP/WTA ha diffuso così tanta paura nel corso degli anni che non è facile rendere pubblica la propria identità". Sarebbe questa la spiegazione a una lista di professionisti nella quale, eccezion fatta per Pospisil e lo stesso Kyrgios, si fa davvero fatica a intercettare quelli che hanno un certo rango a livello internazionale.
"Per conto loro e di altri che si trovano in situazioni simili", si legge nell'intestazione della bolla sottoscritta da Anastasia Rodionova, Nicole Melichar-Martinez, Saisai Zheng, Sorana Cirstea, John-Patrick Smith, Noah Rubin, Aldila Sutjiadi, Varvara Gracheva, Tennys Sandgren e Reilly Opelka.
Kyrgios: "È ora che si sappia come vanno veramente le cose"
In un'intervista a Sky Sports è stato Kyrgios a metterci la faccia per chiarire la ratio di quel plico che è molto più di un j'accuse e rende manifesto quel che tutti sapevano: ovvero, c'è una guerra di potere che finora è rimasta sotto traccia e adesso è esplosa brandendo la bandiera della necessità di cambiamento per spazzare via un apparato che non funziona o, peggio, funziona malissimo.
"Nell'ambiente circolava da tempo questa voce. E tutti noi… me, Pospisil, Djokovic volevamo fare qualcosa per il futuro del tennis. So che i giocatori hanno molto da ridire rispetto a tutto quanto sta accadendo nel nostro mondo". Chiara la motivazione, resta da capire fino a dove ci si potrà spingere per ribaltare lo status quo. Kyrgios parla anche di questo ma, almeno per il momento, resta nel campo della visione ideale. "Il tennis è l’unico sport che non ha un’associazione di giocatori e questo è il primo motivo per cui è nata la PTPA. L'ATP ha tanto potere e noi siamo qui per mostrare come funzionano le cose e aprire gli occhi alla gente su tutto ciò che non è stato fatto correttamente negli ultimi anni".

Perché non c'è il nome di Djokovic nell'atto di denuncia
Il nome di Djokovic è ovunque tranne che nel documento. Kyrgios questo non lo spiega ma ad accendere i riflettori su questo aspetto della vicenda è The Athletic che, facendo riferimento a fonti anonime, ha rivelato come e perché lo stesso campione serbo, nonostante sia il volto più riconosciuto dell'organizzazione, sia stato frenato dal mettere nero su bianco. Il motivo? Non voleva che questa vicenda fosse interpretata come a una "battaglia diretta", una questione personale, tra lui e Sinner.