Chi è Mensik, il giustiziere di Djokovic a Miami: “Stavo per ritirarmi”. Poi il colpo di fortuna

Jakub Mensik stava per ritirarsi prima che iniziasse il torneo poi è arrivato addirittura alla finale del Miami Open contro Novak Djokovic. Un dolore al ginocchio gli dava tormento al punto da esclamare: "Che senso ha giocare se non ce la faccio nemmeno a camminare? Ero sotto antidolorifici e sentivo che non funzionava niente". Aveva già con sé il foglio per annunciare formalmente il ritiro poi la fortuna è corsa in suo aiuto sotto le spoglie del fisioterapista, Alejandro, che lo ha rimesso in sesto con un trattamento propizio. Scorie dello stress e della fatica fatta per superare l'americano Taylor Fritz (numero 4 al mondo) nemmeno lo hanno fermato.
"Senza di lui non ce l'avrei mai fatta, gli devo un ringraziamento speciale", ha ammesso il 19enne tennista ceco che in Florida ha conquistato il primo Masters 1000 della carriera vincendo contro il suo idolo (7-6, 7-6). E pensare che era stato proprio Nole a tenerlo a battesimo quand'era ancora un ragazzino permettendogli di allenarsi con lui a Belgrado. L'ironia della sorte ha voluto che oggi fosse proprio Mesik a strappare al campione serbo la soddisfazione di portare a 100 i titoli nel palmares. "Mi fa male dirtelo ma questo è il tuo momento, sei stato migliore di me", le parole di Nole. La grandezza di uno sportivo si vede soprattutto in momenti del genere. Chapeau.
Chi è Jakub Mensik, vincitore a Miami contro Djokovic
Che storia. È la prima cosa che viene in mente pensando a Jakub Mensik: in Florida era arrivato da 54° al mondo nel Ranking Atp e adesso, grazie al successo, l'ha scalato fino ad arrampicarsi al 24° posto. "Ammetto di non essermi lavato la mano…", ha ammesso scherzando sul saluto con Lionel Messi e sui complimenti ricevuti in occasione della sfida contro Fritz. Aveva già compiuto un'impresa diventando il terzo più giovane di sempre ad arrivare in finale a Miami: prima di lui ci erano riusciti Rafa Nadal e Carlos Alcaraz che avevano 18 anni e 9 mesi. Battere Djokovic è stato il giusto, meritato premio per un torneo disputato in maniera perfetta, che lo ha portato alla ribalta del tennis internazionale. Senza Jannik Sinner a occupare il proscenio, c'è spazio sotto i riflettori (anche) per i suoi possibili avversari del futuro.
Il primo di molti, è il messaggio scritto con pennarello di colore arancione sulla telecamera. A Miami Mensik ha raccolto il primo trionfo di un certo rilievo dopo aver sfiorato la grandezza nel 2022, quando perse la finale dell'Australian Open juniores contro l'americano Bruno Kuzuhara. "Djokovic per me è fonte d'ispirazione, vorrei arrivare al suo livello", disse allora come si fa coi desideri sussurrati a bassa voce.
Nole lo invitò a Belgrado per allenarsi con lui… nemmeno immaginava che quel ragazzo gli avrebbe negato una delle più grandi soddisfazioni della carriera: raggiungere la tripla cifra quanto a titoli vinti. In Mensik aveva visto qualcosa di importante e d'interessante, ne saggiò lo spesso tecnico e il valore nei quarti di finale a Shanghai dello scorso anno: dovette impegnarsi allo stremo per imporsi in tre set e dopo aver corso più di qualche rischio contro il ceco che fin lì era giunto dopo aver fatto fuori Rublev e Dimitrov.
Cinque titoli ITF, il Challenger ottenuto a Praga nel 2023, la qualificazione al tabellone degli Us Open (arrivò fino al terzo turno salvo essere eliminato da Fritz), la convocazione in Coppa Davis con al Repubblica Ceca sono il terreno fertile nel quale Mensik è cresciuto. Piano piano, fino all'exploit di Miami dove ha resistito a tutto, compresi i tumulti dei tifosi brasiliani che causarono l'interruzione del duello con Draper.
Mensik stava per ritirarsi prima del Miami Open
È stato lo stesso Mensik a confessare di essere stato a un passo dal ritiro. La fitta provata al ginocchio gli era sembrata un segno del destino tanto da mettere nero su bianco e meditare seriamente sull'abbandono. Ma in realtà il destino aveva altri programmi: "Non fosse stato per uno dei fisioterapisti Atp, non sarei stato nemmeno qui… avevo già in mano il foglio per il ritiro dal torneo. Lo ringrazio per tutto quello che mi ha fatto. E sono stato anche fortunato che l'arbitro stesse pranzando".
Il dolore all'articolazione e l'incertezza non l'hanno frenato. Il match posticipato di oltre cinque ore per il maltempo non l'ha fiaccato. L'adrenalina dell'incontro è riuscita a tenerla a bada. Infine, il grande caos che aveva in testa dopo la vittoria. Mensik non aveva ancora realizzato che era finita (ed era davvero finita bene) quando è stato avvicinato per le interviste a caldo. "Ho un gran caos nella mia testa in questo momento", s'è lasciato sfuggire. Poi s'è ricomposto, ha tirato il fiato, ceduto alla commozione quando ha sentito Djokovic omaggiarlo come solo i grandi campioni sanno fare e s'è goduto il momento. Tutto vero, Jakub. Lo hai meritato.