C’è chi non celebra Nadal, sono i ciclisti: “Per noi le infiltrazioni sarebbero doping”
Qual è stata l'impresa sportiva più epica per Rafa Nadal? Difficile dirlo, alla luce dei tantissimi successi collezionati in carriera dal tennista spagnolo. Sicuramente l'ultimo trionfo, al Roland Garros è uno dei più importanti, visto che è arrivato in età non più giovanissima e soprattutto in condizioni fisiche assolutamente precarie. Infatti il recordman di titoli dello Slam dopo la vittoria in finale su Ruud ha ammesso di aver giocato con il piede sinistro di fatto anestetizzato a causa delle infiltrazioni. Una situazione inevitabile per permettergli di scendere in campo, per lenire e rendere sopportabile il dolore causato dalla malattia cronica che lo tormenta, ovvero la sindrome di Müller-Weiss.
Per questa osteonecrosi, ovvero la morte di un segmento dell'osso navicolare o scafoide tarsale cronica e incurabile, non c'era altro da fare. Ora, dopo il Roland Garros, per Rafa è il momento delle scelte importanti: da una parte c'è la possibilità di un trattamento che preveda ulteriori infiltrazioni, ovvero delle iniezioni con radiofrequenza pulsata, dall'altra l'operazione con il possibile ricorso ad una protesi che potrebbe comportare uno stop di un anno e mezzo. In attesa delle valutazioni del mancino, non tutti all'interno del mondo dello sport considerano un'impresa quella realizzata al Roland Garros. C'è infatti anzi chi, reputa scorretto il ricorrere a queste cure speciali, per poter gareggiare.
Nelle ultime ore infatti, dal ciclismo sono arrivate critiche anche pesanti per i farmaci utilizzati da Nadal pur di competere ad altissimi livelli. Molto duro il giudizio di Guillaume Martin ciclista su strada francese che corre per il team Cofidis. Al quotidiano L'Equipe, il classe 1993 ha dimostrato di avere le idee molto chiare sulle infiltrazioni a cui ha fatto ricorso il tennista: "Quello che ha fatto Nadal sarebbe impossibile nel ciclismo e penso sia normale. Se sei malato o infortunato, non gareggi. Questo ha perfettamente senso, per diversi motivi. In primo luogo per la salute degli atleti. A lungo termine non sono sicuro che possa essere benefico per la caviglia di Nadal. Inoltre i farmaci, in particolare le iniezioni, non solo hanno un effetto curativo, ma possono anche avere un effetto sulle prestazioni, quindi secondo me è un po' al limite".
Secondo Martin dunque se un ciclista avesse giovato delle stesse infiltrazioni di Nadal, oppure citando un altro celebre esempio, di quelle che hanno aiutato il ginocchio di Ibrahimovic in stagione sarebbe stato squalificato. A suo dire il tutto potrebbe essere considerato simile al doping: "Se un ciclista fa la stessa cosa, sarebbe già squalificato. E anche se così non fosse, tutti si farebbero avanti ad accusarlo di essere dopato, perché c'è già un passato culturale, una fama legata al ciclismo. Applaudo Nadal per riuscire a giocare sul dolore. Penso che sia stato Ibrahimovic a parlare di recente di iniezioni al ginocchio. Passano per eroi perché si sottomettono al dolore, ma in realtà sfruttano le sostanze per superare il dolore e, lo ripeto, per per me è molto al limite. Se succedesse lo stesso al vincitore nel ciclismo, soprattutto al Tour, anche se non c'è niente, verrebbe sistematicamente accusato di doping".
A supportare la teoria di Martin, anche un altro ciclista di primissimo livello come Thibaut Pinot. Il francese della Groupama-FDJ su Twitter è stato molto duro. Condiviso uno scambio di opinioni tra il volto noto di Eurosport ed ex giocatrice Barbara Schett e Nadal, con la prima che chiede "Rafa quante iniezioni hai fatto oggi" e il secondo che risponde "Meglio che non si sappia". Il tutto accompagnato da un ironico: "Questi sono gli eroi di oggi".
A prendere le difese del tennista ci ha pensato il collega Jonathan Eysseric che ha commentato "la tristezza di questo tweet". A quel punto Pinot ha spiegato: "Ho le mie convinzioni e un modo di vedere lo sport e le prestazioni sportive diverso dal tuo. Il mio tweet era riferito a Nadal ma potrebbe essere per qualsiasi altro sportivo. La sua carriera o il talento non sono in discussione. Nelle ultime settimane vediamo troppi atleti usare questo tipo di pratiche. Io ho perso quasi due anni di carriera, per prendermi cura della mia schiena, è stato difficile ma ne vado fiero. Sono metodi i loro che sono semplicemente proibiti nel mio sport, così denigrato. Ecco un po' più di precisione sulla tristezza del mio tweet. Scusa se la mia risposta è caduta su di te. Sportivamente".
A quel punto Eysseric ha risposto, spiegando il perché Nadal non abbia fatto niente di male visto che non ci sono stati dribbling al regolamento. Inoltre a detta del francese, non è stato certo facile per Rafa giocare con un piede addormentato: "Dal momento in cui è autorizzato in questo caso a farsi anestetizzare il piede, oltre a non camminare più bene e poter entrare in campo, non credo sia così avvantaggiato (dubito che sia semplice mettere appoggi con piede anestetizzato). Soprattutto rischia di rovinarsi e magari di non poter rientrare in campo". Il dibattito è servito, e chissà che non si riproponga al momento del prossimo torneo di Nadal.