Camila Giorgi perde la testa a Tenerife: litiga con il padre, e lancia la racchetta a rete
Camila Giorgi protagonista di un momento di nervosismo in occasione dell’esordio nel torneo WTA di Tenerife. La tennista italiana, testa di serie numero 4 del tabellone, nel secondo set del match contro la qualificata Bolsova si è lasciata andare ad un gesto di stizza. Lancio di racchetta pericoloso da parte della numero 36 al mondo, punita dal giudice di sedia con il “penalty game”, ovvero un gioco perso. Una situazione che ha rimesso in gioco la sua avversaria, che però si è arresa poi al terzo set.
Un match che sembrava totalmente alla sua portata e che invece si è rivelato molto complicato. Camila Giorgi aveva vinto il primo set, e piazzato un doppio break nel secondo contro la 178a giocatrice al mondo Aliona Bolsova Zadoinov. All'improvviso però ecco il black-out legato ad una situazione controversa. Camila che già in precedenza aveva litigato con il padre Sergio, allenatore presente come sempre a bordo campo (oggetto della discussione una chiamata arbitrale), beccandosi un warning ovvero un avvertimento, ha perso la testa. Dopo una palla a suo giudizio buona, ma giudicata fuori dall'arbitro ecco l'esplosione di rabbia.
La Giorgi ha lanciato la sua racchetta verso la rete, nei pressi della posizione occupata dal raccattapalle. A quel punto il giudice di sedia (decisamente non in giornata), che l'aveva già redarguita ha optato per un provvedimento molto duro, dandole un penalty game, ovvero concedendo alla Bolsova un gioco senza praticamente giocare. Nuove polemiche e rimonta da parte della tennista spagnola che ha allungato la sfida fino al terzo parziale, rimontando nel secondo anche grazie al nervosismo della sua avversaria italiana.
Momenti di tensione anche nel terzo set, quando le è stato chiamato un doppio doppio fallo per un duplice fallo di piede. Sul punteggio di 5-3 in favore dell'azzurra, le è stato comminato un altro penalty-point che ha ulteriormente incendiato gli animi. Il motivo? Le proteste scatenate dal punto concesso a tavolino all'avversaria per aver chiamato una palla che effettivamente sembrava fuori durante lo scambio. Ne è nato un confronto serrato con il supervisor ("Che c***o centra mio padre, se questo non mi chiama una palla fuori") che è stato molto severo con la giocatrice azzurra. Quest'ultima nonostante tutto è riuscita a portare a casa il match chiudendo poi 6-4, dimostrando un grande carattere.