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Camila Giorgi battuta a Cincinnati: “A mio padre dovrebbero fare un monumento, c’è tanta invidia”

Camila Giorgi non si conferma dopo il trionfo nel WTA 1000 di Montreal ed esce subito al torneo di Cincinnati, battuta dalla statunitense Jessica Pegula, che si prende la rivincita dopo la sconfitta della scorsa settimana. Alla vigilia del match, la 29enne marchigiana aveva difeso a spada tratta suo padre allenatore: “È l’unico che nei momenti bui non si è arreso, nessun altro poteva darmi la convinzione nei miei mezzi”.
A cura di Paolo Fiorenza
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Camila Giorgi va fuori subito a Cincinnati, non dando seguito alla splendida vittoria nel torneo WTA 1000 di Montreal. La 29enne marchigiana è stata seccamente battuta da Jessica Pegula, che si prende la rivincita dopo la sconfitta della settimana scorsa in Canada: la statunitense si è imposto col punteggio di 6-2/6-2. Il match non ha praticamente avuto storia, con l'italiana apparsa irriconoscibile rispetto a pochi giorni fa. Nel primo set la Giorgi è andata subito sotto 4-0, non dando mai l'impressione di entrare in partita, copione identico nel secondo parziale, quando il break al quarto gioco ha spianato la strada sul 3-1 per l'americana, che ha chiuso con un 6-2 periodico in appena un'ora e 13 minuti.

Un brutto stop per Camila, che era arrivata con grandi aspettative nell'Ohio dopo il trionfo canadese: la sua ricerca della continuità viene rimandata agli US Open. Alla vigilia del match con la Pegula, la Giorgi aveva raccontato la ritrovata fiducia al Corriere della Sera: "È dall’inizio della stagione che sto giocando bene. Nell’autunno 2020 abbiamo fatto la miglior preparazione di sempre: a Melbourne sono arrivata in gran forma però ho subito avuto un problema all’adduttore. Per trovare il mio tennis avevo bisogno di continuità. Poi però ho preso il Covid e sono arrivata a Roma con pochissima preparazione, sono rimasta in campo quattro ore con la Sorribes Tormo in un match che avrei meritato di vincere. A Eastbourne, sull’erba, finalmente le cose hanno cominciato a girare meglio e ho battuto tre top player (Pliskova, Rogers e Sabalenka). Non mi succedeva da un po’. Poi mi ha fermata un altro risentimento muscolare alla coscia".

La ragazza di Macerata aveva difeso a spada tratta il padre allenatore, spesso finito nel mirino della critica e da alcuni addirittura ritenuto il motivo principale della sua mancata esplosione ad alti livelli fino ad oggi: "Papà sa tanto, è molto saggio. Io le critiche non le tollero, non le capisco: mi ha portata da zero a vincere un 1000, a mio padre dovrebbero fare un monumento. C’è tanta invidia in giro, la gente parla senza conoscerci e senza sapere. Ma io so quanto vale mio padre e questo mi basta".

Parole dolcissime, quelle di Camila per papà Sergio: "La dedica per la vittoria a Montreal è per lui, che ci ha sempre creduto dall’inizio. L’unico che nei momenti bui non si è arreso, mi ha spinta, mi ha regalato energia. Il giorno dopo una brutta sconfitta, lui c’era. Nessun altro poteva darmi la convinzione nei miei mezzi. Abbiamo un’intesa unica, una comunicazione continua. Da Montreal ci siamo sentiti dieci volte al giorno. È un grandissimo conoscitore dello sport, ha dedicato la sua vita a me. Tante volte mi sono scappate via partite che potevo vincere. E lui a dirmi: Camila, tranquilla, ce la fai. Ma la convinzione dovevo trovarla dentro di me". Adesso serve ricaricare bene le batterie per far dimenticare la versione scarica della Giorgi andata in scena a Cincinnati e ripartire alla grande da Flushing Meadows.

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