Cambia una regola storica nel tennis, le partite saranno più veloci: l’orologio conterà subito
Anche nel tennis, uno degli sport più attenti alla tradizione, è tempo di introdurre nuove regole. L'ATP infatti sta testando delle novità interessanti questa settimana in occasione dei tornei di Halle e del Queen's: si tratta di una modifica relativa allo "shot clock", ovvero il tempo concesso ad un tennista per servire.
Sappiamo bene infatti che i giocatori dispongono di un tempo limitato per battere tra un punto e un altro, di 25 secondi. Lo stesso è regolamentato dalla presenza di un cronometro digitale, ben visibile in campo a tennisti e tifosi.
Nuova regola testata ad Halle e al Queen's: riguarda lo shot-clock
Stando a quanto rivelato dal popolare giornalista José Morgado, i test nei due tornei sull'erba che anticipano Wimbledon, prevedono che il tempo di 25 secondi inizi ad essere misurato appena finisce il punto precedente e non dopo che l'arbitro chiama il punteggio, come accade solitamente. Questo significa che tutti i giocatori impegnati al servizio avranno meno tempo a disposizione per battere.
Perché l'ATP vuole cambiare la regola del tempo per battere nel tennis
La modifica dello shot-clock per i tennisti al servizio è stata studiata innanzitutto per velocizzare il gioco, e ridurre dunque il tempo "morto" tra i punti. In questo modo poi si riduce notevolmente anche la soggettività della decisione sull'applicazione della regola. Infatti non sarà dunque più il giudice di sedia a dare il via al cronometro con la chiamata del punteggio, e avrà meno margini per chiudere un occhio.
Le polemiche in campo per il time violation sul servizio
Infatti uno degli argomenti più dibattuti sullo shot-clock è quello relativo al fatto che gli arbitri spesso, si comportano in modo diverso. Si passa da chi è più intransigente a chi invece è meno attento al cronometro, soprattutto magari per il timore reverenziale al cospetto di giocatori importanti.
Cosa succede quando al tennista viene segnalato il mancato rispetto dei 25 secondi concessi per battere? Di solito il diretto interessato viene "punito" con il time-violation, ovvero una violazione del tempo che gli costa la perdita della possibilità del primo servizio, con il ricorso direttamente alla seconda.
Tanti gli episodi relativi a giocatori che non hanno preso benissimo la sanzione del giudice, lamentando appunto la disparità di trattamento. L'ultimo precedente risale al match del Roland Garros, finito a notte fonda, tra Djokovic e Musetti. In quell'occasione l'arbitro ha "sottratto" a Nole la prima di servizio per non aver rispettato le tempistiche, facendo arrabbiare l'ex numero uno del mondo. Inutili i tentativi di Musetti di restituirgli la prima, con grande fair-play. D'altronde Djokovic, ma anche Nadal in passato sono stati spesso oggetto di critiche per il tempo eccessivo tra un servizio e l'altro.