Bublik si rivolge alla telecamera, cerca aiuto: “Mi stai guardando? Non ce la faccio più”
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Non è cominciata benissimo la stagione tennistica per Alexander Bublik: il 27enne russo naturalizzato kazako ha perso al primo turno ad Adelaide e all'Australian Open, poi al secondo a Montpellier, al primo a Rotterdam e ieri ancora al secondo turno all'ATP 250 di Marsiglia, battuto due set a zero dal francese Ugo Humbert. Un incontro in cui Bublik partiva nettamente sfavorito contro il numero 17 mondiale, lui che ora è scivolato alla 48sima posizione dopo essere stato a sua volta 17 lo scorso maggio. Alexander non è esattamente noto per mantenere i nervi saldi sul campo e anche stavolta non si è smentito, rivolgendosi a un certo punto alla telecamera per mandare un messaggio a qualcuno che era a casa, una richiesta disperata d'aiuto: "Mi stai guardando? Ora sto per esplodere, non ce la faccio più".
Lo sfogo di Bublik alla telecamera durante il match con Humbert: "Non ce la faccio più"
È accaduto in un momento di difficoltà, Bublik si è avvicinato alla telecamera e ha scandito le parole per essere sicuro che chi era a casa le sentisse bene e comprendesse il suo sfogo: "Temich, mi stai guardando? Ora sto per esplodere, semplicemente non ce la faccio più. Preferirei giocare a carte con te a Krasnodar". Il ‘Temich' in questione sì che lo stava guardando in TV: non è altro che il modo affettuoso di chiamare qualcuno il cui nome è Artem. Si tratta del coach di Bublik, Artem Suprunov, che in occasione del torneo di Marsiglia non ha seguito sul posto il tennista.
Ovviamente era impossibile che Supronov potesse aiutare Bublik dal salotto di casa, ma il kazako ci teneva a far sapere al suo coach la tempesta di emozioni negative che lo stava percuotendo in quel momento e che poi ha portato alla sua eliminazione al secondo turno del torneo di Marsiglia. Peraltro già nel match precedente vinto con Gasquet, Bublik aveva dato segnali di instabilità nervosa, quando aveva sbattuto la racchetta con violenza sul cemento del campo, fino a distruggerla completamente. In quell'occasione lo sfogo era stato propedeutico alla rimonta da 1-4, stavolta – contro un ostacolo ben più giovane e sul pezzo – non è valso a nulla.