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Bublik non voleva giocare, alle 11 di mattina era troppo presto: “Ma chi lavora a quell’ora?”

Bublik protagonista di un’intervista surreale in cui ha esternato le sue perplessità per l’orario di gioco, troppo mattiniero.
A cura di Marco Beltrami
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Mai banale Alexander Bublik. Il tennista kazako è uno dei protagonisti del torneo di Rotterdam, in cui come testa di serie numero uno c'è il nostro Jannik Sinner. Dopo la vittoria del primo turno contro Borna Coric, il numero 23 del mondo ha dato spettacolo durante l'intervista parlando dell'orario di gioco per lui molto particolare.

Dopo il replay della finale di Montpellier di pochi giorni fa, vinta sempre da Bublik quest'ultimo si è mostrato come sempre disponibile davanti ai microfoni. L'argomento particolare è stato quello relativo al fatto di aver giocato in mattinata, dalle 11, una situazione a cui non è abituato. Cosa gli è piaciuto di più dell'ultima performance?

A questa domanda Bublik ha risposto in modo spensierato, sottolineando il fatto di non avere grandi aspettative su questo match: "Vincere alle 11 di mattina è l'aspetto più piacevole. Non l'avevo mai fatto negli ultimi 3 anni, quindi non avevo aspettative quando ho visto il programma. Ho pensato ‘Okay, non giocherò'".

E per questo Bublik aveva manifestato le sue perplessità già al suo team, e in particolare al coach attraverso una serie di messaggi: "La mattina mandavo messaggi al mio allenatore intorno alle 7:30, l'ultima volta che mi sono svegliato alle 7:30 era prima di ottobre. Prima delle 10 non mi vedrete sveglio".

Basti pensare che lo stesso imprevedibile Bublik aveva addirittura pensato di ritirarsi: "Stavo mandando un messaggio al mio allenatore ‘Forse dovremmo semplicemente ritirarci'. Voglio dire, vado a dormire alle 7:30. A cosa serve? Quindi sono davvero felice solo di aver superato e sono davvero felice della mia prestazione, di essere rimasto lì, di aver messo le palle in campo, anche se è stato molto difficile per me così presto. Chi lavora a 11? Non lo so. Quindi sì, sono semplicemente felice di passare il turno". In realtà però sono tanti a lavorare alle 11 e non solo nel tennis, anzi.

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