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Bublik ha provato a non far squalificare Rublev: “Preferisco perdere invece di vincere così”

Bublik si è dimostrato un campione di correttezza nei confronti dell’amico Rublev squalificato a Dubai. Il tennista kazako sorprendente in conferenza oltre che in campo.
A cura di Marco Beltrami
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La squalifica di Rublev nella semifinale del torneo ATP 500 di Dubai ha fatto discutere e non poco nel mondo del tennis. Tanti i tennisti che hanno manifestato solidarietà al russo, estromesso dall’evento e privato del montepremi e dei punti accumulati per aver insultato un giudice di linea dopo avergli urlato in faccia la sua rabbia. Tutto per aver a suo dire giudicato buona una pallina del suo avversario Bublik. Quest’ultimo si è contraddistinto per un comportamento davvero esemplare nei confronti del suo amico Andrey, in campo e fuori.

Il kazako infatti non è rimasto sulle sue in campo, come molti suoi colleghi in queste occasioni, aspettando la decisione del supervisor. Bublik, legato a Rublik da una bella e consolidata amicizia, ha provato a convincere gli ufficiali a non squalificare Andrey, e far proseguire la sfida arrivata al terzo set, con lui in vantaggio 6-5. È apparso seriamente dispiaciuto Aleksandr che poi in conferenza stampa ha dichiarato: "Dubito fortemente che Rublev abbia detto qualcosa di folle. Non è quel tipo di persona. Ma immagino che siano le regole. Hanno fatto così e hanno semplicemente seguito la procedura. È un peccato che sia finita così, avrei preferito perdere 7- 6 nel terzo vinciamo così". 

Entrando poi nello specifico della vicenda, Bublik ha dimostrato di non essere d’accordo con la decisione di squalificare Rublev:  "Non possiamo squalificare Andrey. Non possiamo eliminare i giocatori. È il tennis per i giocatori, perché siamo noi a praticare questo sport, non il contrario. In pratica esiste un sistema che opera in automatico (il riferimento è al sistema computerizzato che permette di chiarire se la palla è buona o fuori, ndr) e questa situazione non si verificherebbe mai. Quello che è successo con altri giocatori, con me e con altri ragazzi, è solo perché qualcuno ha commesso un errore nel momento importante, poi perdi la testa perché hai ‘combattuto' per tre ore".

Per quanto riguarda poi la situazione specifica, Bublik ha manifestato le sue perplessità: "Intanto la persona affrontata da Rublev non ha detto nulla. È stato un altro ragazzo a riferire le parole pronunciate da Andrey e questo va detto. Sicuramente bisogna controllarsi e certe cose non si dovrebbero fare, ma la gente non dovrebbe fare un sacco di cose…".

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