Bortolotti: “Vogliono trovare una macchia in Sinner, se ti dopi con il Clostebol sei un imbecille”
Cos’hanno in comune Marco Bortolotti, tennista italiano fresco di raggiungimento dell’87° posto del ranking ATP di doppio, e Jannik Sinner? I due colleghi hanno vissuto una situazione molto simile: prima è stata riscontrata loro la positività al Clostebol, e poi sono stati dichiarati innocenti. Ai microfoni di Fanpage Bortolotti ha ripercorso le tappe della sua vicenda, soffermandosi anche su quella che ha visto protagonista l’attuale numero uno al mondo.
Al classe 1991 che attualmente in singolare occupa la 355a posizione in classifica e si è specializzato in doppio, vincendo anche diversi titoli a livello Challenger, sono stata trovate nelle urine tracce di Clostebol, sostanza appartenente alla famiglia degli steroidi. Dopo un procedimento lampo dell’ITIA (L'International Tennis Integrity Agency), è stato stabilito che Bortolotti non avesse alcuna colpa né commesso negligenza. Anche per lui decurtazione dei punti e dei soldi del montepremi, come evidenziato anche da Riccardo Bisti su Tennis Magazine. È stata riscontrata l’involontarietà dell’assunzione, anche se i dettagli della vicenda non sono stati resi di dominio pubblico per motivi di privacy.
Inutile sottolineare quanto questo caso e quello di Sinner siano simili. Proprio per questo motivo Bortolotti negli ultimi giorni è tornato alla ribalta, paradossalmente più che per i suoi buoni risultati in carriera nel doppio: "L'87° posto nel ranking ATP di doppio? Ovviamente le cose che fanno rumore sono altre. Quando sono entrato in top 100 ho avuto una chiamata, da un giornalista. Mentre ora per questa cosa, tante chiamate…".
Cosa hai pensato quando hai letto la notizia della positività di Sinner, poi scagionato?
"So di cosa si parla. Se parliamo di vero e proprio doping questa è una stupidata. Non sono biologo, ma mi sono informato anche sulla base della mia esperienza e parlando con un mio amico che fa questo lavoro. Mi ha detto ‘guarda se tu ti dopi con il Clostebol sei un imbecille'. Perché non è doping, fa parte della famiglia degli steroidi ma non è un vero e proprio steroide, non t’ingrossa e non fa quel tipo di lavoro. Se tu utilizzi questa sostanza qui non ci siamo".
Insomma mi sembra chiaro che Sinner sia entrato a contatto con il Clostebol in modo accidentale"
"Ovviamente è venuto a contatto accidentalmente, nel mio caso era una pomata Trofodermin. Ho letto che è la stessa, anche se per lui è uno spray, per le ferite, ragadi e altri problemi simili. Non sapevano o c’è stata una leggerezza. È sicuramente così perché non vai a doparti con questa sostanza qui".
All'epoca quando capitò a te, cosa pensasti e come reagisti alla notizia della positività?
"Di questo caso non se n’è parlato tanto. Non mi ha chiesto niente nessuno e sono uscite anche notizie senza chiedermi nulla. Hanno semplicemente riportato quello che c’era scritto nella sentenza dell’ITIA, scrivendo anche cose errate, come il fatto che la mia causa fosse durata una settimana, quando io invece ho ricevuto la notizia a novembre e il caso si è chiuso a febbraio. Sono stati mesi di agonia".
Come hai vissuto quel momento, posso immaginare lo shock
"Mi è crollato il mondo addosso. Alla fine come puoi essere colpevole e alla fine risultare innocente, così puoi essere innocente e alla fine risultare colpevole. Quando c’è una cosa del genere non sai mai come può andare a finire pur avendo la coscienza completamente a posto. Non posso divulgare i dettagli del mio caso per la privacy".
Come hai reagito in campo, deve essere stato difficile poi andare avanti per te come per Sinner?
"Ho ricevuto la notizia prima dell’ultimo torneo della stagione e mi sono messo a cercare. Non avevo idea di cosa si trattasse e ho provato a guardare i nomi delle sostanze come Clostebol su internet. E usciva subito il nome della pomata, che è la più comune, e ho capito come sono venuto a contatto con questa sostanza… Sono andato a giocare, ho dormito pochissimo, ma ho vinto il torneo pensando che quella partita sarebbe potuta essere l’ultima, perché se ti giudicano colpevole puoi fermarti da un minimo di due ad un massimo di quattro anni.
Dall'inferno al paradiso della conclusione della vicenda, con l'innocenza?
"Ho giocato un buon torneo, poi il mio compagno era buono visto che giocavo con Vavassori. Siamo riusciti a vincere e poi dopo sono tornato a casa e mi sono messo sotto con tutta la faccenda, è stato molto stressante. Poi quando è finito tutto è stata una liberazione, pensavo più al mio dopo che al presente: vorrei fare l’allenatore, e la mia figura sarebbe stata macchiata, infamata e non sarei più entrato in determinati posti..
Fortunatamente per te, al contrario di Jannik non si è sollevato un polverone intorno a te?
"La mia cosa non è mai uscita, tutto in sordina. Non essendo un personaggio pubblico come Jannik. Non c’è stato nemmeno un processo, le cose censurate dalla privacy non escono, mentre per Jannik è uscito tutto. Pensavo che sui social uscisse qualcosa, ma tra il successo del tennis e la mia non celebrità, forse hanno pensato che non facesse notizia".
Cosa pensi dei pesantissimi commenti di Kyrgios e Shapovalov al caso Sinner?
"Dipende da come reputi queste persone. Io le reputo incapaci di fare analisi, oppure invidiose. Se tu non pensi, ma parli solo perché hai la lingua o le dita per la tastiera, non sei molto considerabile. Poi fai rumore perché la maggior parte delle persone legge e gli entra nel cervello. Le persone intelligenti e capaci di fare analisi capiscono bene che questa cosa qua non è un caso di doping vero e proprio. C’è stato un problema di una sostanza che è nella famiglia degli steroidi ma non ha influito sulle prestazioni di Jannik".
Come è cambiata la tua carriera dopo questa vicenda?
"Gioco per passione, mi piace la mia professione e sono tornato a divertirmi senza pensieri. Poi se vengono tornei grossi e soddisfazioni, tanto di più sennò, mi diverto a fare il mio lavoro".
Se potessi dare un consiglio a Sinner cosa gli diresti?
"Fortunatamente del mio caso non ne ha parlato nessuno, mentre di Sinner ne parla tutto il mondo. Sicuramente se ci sediamo da soli a bere qualcosa in un bar, certo che posso essere un libro aperto e confrontarmi con lui. Altrimenti non vedo come io possa consigliare una persona così intelligente, con una personalità così forte. Lui sa benissimo come comportarsi e ci insegna sempre qualcosa. Chiunque cercava una macchia nel suo personaggio e se la trovi, tanti provano a cavalcarla. Sono totalmente al fianco di Jannik e spero si risolva presto tutto".