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Berrettini sull’erba è una forza della natura: “Spacco tutto”. E ora vuole anche Wimbledon

La vittoria al Queen’s ha confermato le doti straordinarie di Berrettini sull’erba. Su quel fondo ha numeri importanti, che spiegano bene con quali credenziali e ambizioni si presenta a Wimbledon da numero 8 del seeding: ha vinto 33 delle 39 partite a cui ha preso parte nel singolare, secondo dietro McEnroe e davanti a Nadal e Djokovic. “So che posso farcela, non posso nascondermi”.
A cura di Maurizio De Santis
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I numeri di Matteo Berrettini sull'erba sono straordinari. Il tennista romano si avvicina a Wimbledon con una grande carica emotiva dopo la vittoria al Queen's.
I numeri di Matteo Berrettini sull'erba sono straordinari. Il tennista romano si avvicina a Wimbledon con una grande carica emotiva dopo la vittoria al Queen's.

Matteo Berrettini è pronto a ‘mangiare l'erba' di Wimbledon. In gergo si dice così per descrivere la fame di vittorie, la ‘cazzimma' agonistica che ti spinge a non mollare mai nemmeno se hai dinanzi a te avversari che ti fanno ombra per quanto sono forti e grandi. Ma sul prato rasato a mo' di tavolo da biliardo può accadere di tutto, anche che i pronostici siano ribaltati.

È la superficie sulla quale fiorisce la speranza del tennista romano di arrivare al prestigioso torneo con buone chance da giocarsi. Lo dicono i numeri, lo ribadisce la sua storia recente. Del resto, è su quel fondo che ha accumulato numeri tali da porsi tra i più titolati in attività accanto a Federer, Djokovic, Nadal e Murray.

‘The hammer', che ottavo nel seeding del trofeo, ha tutto con sé: fiducia ritrovata; voglia di riprendersi quello che tre mesi di stop per l'operazione gli hanno tolto; quell'insostenibile leggerezza dell'essere campione e gentiluomo che sa emozionarsi (e far emozionare) come fosse la prima volta; capacità di resistere/adattarsi/raggiungere l'obiettivo con lo spirito di un marines. "Mi sono detto che avrei spaccato tutto appena fossi tornato"… missione compiuta, sotto con la prossima.

L'umiltà e l'eleganza del tennista italiano nel dialogo con la giornalista dopo la vittoria del trofeo.
L'umiltà e l'eleganza del tennista italiano nel dialogo con la giornalista dopo la vittoria del trofeo.

Il successo al Queen's contro Krajinovic è il settimo in carriera su 10 finali Atp disputate, non è bastato a tenerlo nella Top 10 del Ranking Atp ma è un trampolino di lancio, aggiunge adrenalina per spingersi oltre i confini del net e vedere cosa c'è dall'altra parte, fino dove si può sognare. Di qua o di là, questione di millimetri e tutto può cambiare. "Fa sembrare semplici e normali cose che non lo sono per niente – dice Vincenzo Santopadre, ex tennista e oggi allenatore del talento capitolino, a Il Messaggero -. Matteo ha una straordinaria forza mentale e un'energia pazzesca".

Poi ci sono i dati che non spiegano tutto ma raccontano molto delle credenziali con le quali si presenta dinanzi alla platea del pubblico inglese. Berrettini ha vinto 20 degli ultimi 21 match giocati su erba, l'unica sconfitta che ha subito è stata nella finale 2021 di Wimbledon contro Djokovic. Nel torneo del Queen’s nessuno ha fatto meglio di lui: 10 vittorie su 10 partite disputate. Sull'erba ha alzato le braccia al cielo e serrato i pugni in segno di vittoria per 33 delle 39 partite a cui ha preso parte nel singolare.

Pere avere un'idea di cosa significa, è utile consultare questo dettaglio statistico: Berrettini è secondo dietro McEnroe (34 vittorie, 5 sconfitte ) assieme a Becker (33-6), davanti a Nadal (32-7), Murray (31-8), Djokovic (29-10), Sampras ed Edberg 29-10, Federer e Connors (28-11).

Berrettini stringe a sé la Coppa conquistata al Queen's. La prossima sfida che lo attende è Wimbledon.
Berrettini stringe a sé la Coppa conquistata al Queen's. La prossima sfida che lo attende è Wimbledon.

C'è ancora un altro dettaglio che lo piazza tra i favoriti per il trofeo che inizierà a fine giugno. Sull'erba ha perso 3 match e ne ha vinti 32: oltre alla finale contro il serbo all'Alle England Club, un ottavo di finale nello stesso torneo due anni prima contro un mostro sacro come Federer e poi una semifinale (2019) contro Goffin che fu come andare a sbattere a tutta velocità per gli otto successi di fila da cui proveniva. "So che posso farcela, non posso nascondermi dietro a un dito. Anche se non sono ancora il favorito". Provaci ancora, Matteo.

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