Berrettini risponde a Sinner, la mano di Jannik è luce nel buio: “Mi è stato molto vicino”
Se è vero che il miglior amico è colui che sa tirare fuori il meglio da se stessi, Matteo Berrettini sa che Jannik Sinner è la persona giusta per spingerlo a risalire dalla buca in cui è precipitato ormai da mesi. Una buca fatta di infortuni continui, di ritiri durante le partite e forfait prima dei tornei, di una classifica che ora è parecchio difficile da accettare (è numero 124), per chi aveva raggiunto la finale a Wimbledon ed era salito fino alla sesta posizione nel ranking mondiale. Se esiste la sfortuna, Berrettini ne ha fatto il pieno negli ultimi due anni, da quando era lui la grande speranza italiana di vincere un torneo del Grande Slam: il 27enne romano è fermo dal 31 agosto scorso, quando si ritirò nel match di secondo turno dello US Open contro Rinderknech per una distorsione alla caviglia procuratasi scivolando in allungo.
Berrettini sembrava aver recuperato per poter rientrare con l'inizio della nuova stagione in Australia, ma il riacutizzarsi di un nuovo problema al piede palesatosi durante la preparazione invernale lo ha costretto a fare ritorno amaramente in Italia saltando Brisbane, Kooyong Classic e infine l'Australian Open vinto trionfalmente da Sinner. Ora Matteo è di nuovo ai box e a questo punto potrebbe tornare in campo dopo l'1 marzo, sfruttando così il ranking protetto, strumento con cui l'ATP salvaguarda la carriera di tennisti colpiti da infortuni che li tengono lontani dall'attività per almeno sei mesi. Berrettini potrebbe dunque usufruire di questa classifica ‘congelata' – ottenuta facendo la media della classifica degli ultimi tre mesi prima dello stop, nel suo caso sarebbe intorno alla 35sima posizione – per entrare nei tabelloni dei tornei (un massimo di nove) senza passare dalle qualificazioni.
In tal modo il romano sarebbe iscritto dunque nel tabellone principale dei due ATP 1000 americani sul cemento di Indian Wells e Miami, potendo far partire da lì la scalata ai posti che gli competono nel tennis mondiale, una risalita che Berrettini vuole perseguire con grande determinazione sfruttando l'onda di energia positiva trasmessagli da Sinner, che al suo ritorno in Italia gli aveva mandato un messaggio bellissimo, offrendosi di aiutarlo qualora avesse avuto bisogno di una mano: "Matteo mi ha sempre aiutato e gli sono grato – aveva detto Jannik – Adesso se serve, se lui mi dovesse chiedere qualcosina come già successo qualche volta, io sono molto aperto ad aiutarlo perché ci tengo molto a lui".
Quella mano forte tesa verso di lui Berrettini l'ha afferrata ieri quando i due amici si sono ritrovati al Quirinale per l'incontro col presidente Mattarella, abbracciandosi e dicendosi quanto si vogliono bene e stimano. "È un momento bellissimo per il tennis italiano – ha detto Matteo alla Gazzetta dello Sport – Jannik agli Australian Open ha fatto un miracolo e userò tutta questa energia per il mio tennis. Le parole di Sinner mi hanno fatto molto piacere perché sono vere, mi è stato vicino dopo Malaga, siamo diversi ma simili. Rincorriamo tutti e due un sogno, ho sempre saputo che avrebbe fatto grandi cose".
"L'obiettivo principale è non avere più questi stop che mi stanno massacrando, non solamente il fisico ma soprattutto la mente. Ho buone sensazioni per il futuro. Questo è il momento in cui sento meno pressioni negli anni, sto pensando soltanto a divertirmi e non al risultato. Mi sento bene anche se non sono ancora al cento per cento, ma state tranquilli: ci vedremo in campo. Parlerò tra qualche giorno e comunicherò i miei programmi", ha spiegato fiducioso Berrettini.
Dal canto suo anche ieri Sinner ha ricordato nel suo discorso a Mattarella quanto il romano sia stato fondamentale per la vittoria dell'Italia in Coppa Davis – nonostante sia stato costretto ad assistere alle finali di Malaga da bordo campo per il suo infortunio – per quanto fatto in precedenza: "A Bologna quando abbiamo sofferto tanto purtroppo io non c'ero, ma c'è da dare tanto credito a Berrettini che ha sostenuto la squadra".
Chi vuole bene ed è riconoscente non dimentica, neanche quando la gloria potrebbe offuscare il cuore. Jannik è al fianco di Matteo e tira con forza quella mano, probabilmente ha letto la bellissima poesia di Albert Camus: "Non camminare davanti a me, potrei non seguirti. Non camminare dietro di me, non saprei dove condurti. Cammina al mio fianco e saremo sempre amici".